Processo Ruby, difesa Berlusconi: «Attenuanti perchè ex premier». Il legale di Mora: «Ad Arcore squallore ma non reati»

Martedì 14 Gennaio 2014
Ruby (Foto Zennaro/Epa)
MILANO - Le serate nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi potevano presentare numerosi aspetti di immoralit e squallore ma erano solo «la base e l'occasione di tutta una fase di conoscenza reciproca e di creazione di vincoli di simpatia o empatia fra le parti in gioco». È un passaggio dell'atto, firmato dagli avvocati Maris e Avanzi, con cui Lele Mora chiede ai giudici d'appello di assolverlo dai reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile per il caso Ruby, per cui è stato condannato a 7 anni. Analoga richiesta è stata avanzata ieri dai difensori di Emilio Fede.



«Per il ruolo pubblico rivestito per quasi un ventennio come presidente del Consiglio in quattro governi e come personaggio politico di spicco» Silvio Berlusconi merita quantomeno le attenuanti generiche. È quanto si legge nel ricorso in appello presentato dal Cavaliere, imputato a Milano per il caso Ruby, contro la sentenza con cui lo scorso giugno è stato condannato dal tribunale a sette anni di carcere. Nei motivi di appello, oltre 400 pagine depositate il 2 gennaio nella cancelleria penale del tribunale di Padova, e ora trasmesse a Milano, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, in un passaggio hanno voluto sottolineare che la carica più volte ricoperta dall'attuale leader di Forza Italia, assieme all'«età dell'imputato, che ha compiuto 77 anni (...), sono tutte circostanze di altissimo pregio ai fini sia della quantificazione della pena finale sia della concessione delle circostanze attenuanti generiche».
Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 09:50

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci