Genitori morti nel fiume quatto anni fa, un milione di risarcimento ai due figli

Giovedì 13 Maggio 2021 di Stefano Buda
Genitori morti nel fiume quatto anni fa, un milione di risarcimento ai figli

Si avvia verso la definizione il procedimento sulla morte di Paride Pirocchi e Silvia D’Ercole, i coniugi di Scerni scivolati e annegati nel fiume Orta, nei pressi delle Marmitte dei Giganti, il primo maggio del 2017. Sul piano civilistico le assicurazioni hanno provveduto a versare un risarcimento di un milione di euro, per conto dell’ente Parco Majella e del comune di Caramanico, in provincia di Pescara, in favore dei due orfani delle vittime e dei parenti più prossimi. Di conseguenza ieri, davanti al gup Nicola Colantonio, è stata formalizzata l’uscita di scena delle parti civili e dei responsabili civili.

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Il procedimento penale farà comunque il suo corso: i due imputati, che dovranno rispondere dell’accusa di omicidio colposo, sono Simone Angelucci e Oremo Di Nino, all’epoca dei fatti sindaco di Caramanico e direttore dell’ente Parco. Il primo ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, mentre Di Nino seguirà il rito ordinario. D’Ercole e Pirocchi, entrambi 32enni, finirono nel fiume, venendo poi trascinati dalla corrente, davanti ai figlioletti di 8 e 5 anni, pietrificati per l’accaduto. La coppia, durante una gita nella Valle dell’Orta, uno degli scenari naturali più suggestivi dell’intero Parco della Maiella, si allontanò dal resto del gruppo, formato anche da altri parenti, finendo in un tratto del tracciato costituito da roccia ricoperta da melma. Fu prima la donna a scivolare nel corso d’acqua e subito dopo il marito, nel disperato tentativo di salvarla, seguì lo stesso tragico destino. Per la Procura, però, non si trattò di una semplice fatalità, in quanto sarebbero emerse gravi responsabilità omissive legate alla mancata segnalazione dei pericoli lungo un percorso abitualmente frequentato da molti turisti. Una tesi suffragata tanto dalle perizie di parte civile quanto dagli accertamenti svolti dai carabinieri.

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Proprio per questo ai due imputati si contesta di avere «omesso di adottare le misure idonee a garantire la fruizione, in condizioni di sicurezza, dei sentieri e della zona denominata Marmitte dei Giganti, nota anche come le rapide di Santa Lucia – è scritto nel capo d’imputazione - secondo le indicazioni contenute nel piano di fruizione del Parco Nazionale della Maiella che prescriveva, tra le azioni da compiere a tutela della incolumità pubblica, la sistemazione dei tratti di sentieri segnalati per migliorare le condizioni funzionali e di sicurezza della rete, la progettazione di specifica segnaletica per l’intera rete del Parco, indicativa e illustrativa».

La prossima udienza è in programma il 24 novembre prossimo. 

Ultimo aggiornamento: 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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