Ricatto hard al prete, sorpreso in casa della parrocchiana dal marito: «Pagò mezzo milione» per coprire lo scandalo

Montesilvano, al processo per i ricatti al parroco ascoltate le testimonianze degli investigatori

Venerdì 12 Maggio 2023 di Giuseppe D’Intino
Ricatto hard al prete, sorpreso in casa della parrocchiana dal marito: «Pagò mezzo milione» per coprire lo scandalo

Pur di non subire violenza e di non vedere rivelati i suoi appetiti sessuali, il prete avrebbe sborsato circa mezzo milione di euro. È quanto ricostruito in tribunale, ieri, con le deposizioni degli investigatori nel processo per i ricatti hard a un ex parroco di Montesilvano.

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Ricatto hard al prete

Passato al setaccio oltre un decennio di transizioni finanziarie effettuate da imputati e parte offesa, una girandola che nel corso degli anni ha raggiunto la ragguardevole vetta di cinquecentomila euro.

Per don Camillo Lancia, il sacerdote sedotto e ricattato, è sotto accusa un’intera famiglia di Montesilvano: Claudia Palma, il marito Eraldo Scurti, il figlio Alessio. i testimoni d’accusa sono stati il comandante dei carabinieri di Collecorvino Francesco D’Orta e un maresciallo della guardia di finanza Alfredo De Vita, ovvero gli investigatori che hanno svolto le indagini. Tutto ebbe inizio nel 2014, quando la vittima, oggi 74enne, conobbe la donna, 24 anni più giovane, nella parrocchia di Città Sant’Angelo che amministrava. I due avrebbero iniziato a frequentarsi, fino all’inevitabile innamoramento.


Ai giudici del collegio don Camillo ha raccontato di aver chiesto alla bella parrocchiana, in diverse occasioni, di poterle ammirare il seno. Nel marzo dello stesso anno, lei avrebbe ceduto alle avance sempre più esplicite, invitando il parroco a casa in un giorno in cui suo marito avrebbe dovuto essere assente. All’orario fissato per l’appuntamento romantico, il prete si sarebbe presentato: quando i due erano in procinto di spogliarsi, ecco rincasare il marito tradito, con la tempestività degna della più classica commedia all’italiana.


LA SCOPERTA
Scurti, 55 anni, pescarese, avrebbe iniziato a inveire contro il sacerdote colto in fragrante, alludendo anche a una pistola pronta all’uso. Successivamente, i due uomini si sarebbero incontrati da soli: ostentando la forma di una pistola nascosta in tasta e mostrando un presunto video che svelerebbe i vizi del sacerdote, il marito avrebbe preteso soldi. Da qui sarebbe iniziata l’odissea dell’ex parroco che, ormai con le spalle al muro, per anni avrebbe versato denaro alla famiglia montesilvanese, tramite una moltitudine di pagamenti di diverso importo, da tremila a diecimila euro, fino a quando si decise a sporgere denuncia, nel 2020.


«TEMEVA RIPERCUSSIONI»
«Il prete è venuto tre o quattro volte in caserma – ha dichiarato il carabiniere rispondendo al pm Fabiana Rapino –, temeva sia le ripercussioni fisiche sia lo scandalo. Abbiamo perquisito l’abitazione della famiglia, rinvenendo tre pistole da softair in una scatola nascosta in taverna: una di queste armi era la riproduzione di una pistola a tamburo abbastanza piccola da poter essere occultata in una tasca». Il finanziere, invece, ha ricostruito i movimenti di denari: tra contanti, assegni circolari e bonifici, il prete avrebbe versato alla donna e a suo figlio Alessio, 35 anni, circa 500mila euro tra il 2015 e il 2019. Tuttavia, secondo gli avvocati della vittima Giovanni e Alfredo Mangia, vi sarebbero altri 250mila euro di pagamenti non tracciabili: i soldi proverrebbero dalla vendita di alcune proprietà, da prestiti bancari e da donazioni dei parrocchiani. Le forze dell’ordine non hanno rinvenuto né i soldi né il presunto video hard e hanno proceduto al sequestro preventivo della casa della famiglia, valutata 376mila euro. La coppia è accusata di estorsione e rapina, con l’aggravante di aver commesso i reati contro un anziano ministro di culto. Il solo uomo è imputato anche per minaccia con uso di armi, mentre il figlio dovrà rispondere del reato di riciclaggio: gli avvocati difensori Melania Navelli e Rossella Terra annunciano battaglia. Il processo riprenderà il 14 giugno, quando sarà ascoltato anche l’arcivescovo Valentinetti, che ha deciso di degradare il prete ad aiuto parroco.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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