Ponza, il volo della morte: giallo sulla fine del pugile

Lunedì 10 Agosto 2020 di Giovanni Del Giaccio
Ponza, il mistero del pugile: precipita nel vuoto e muore

Cosa ci facesse lì e soprattutto perché avesse deciso di scavalcare la balaustra di quella casa, resterà un mistero. Una scelta che è costata la vita a Gianmarco Pozzi, romano di 28 anni, campione di kick boxing che sull’isola di Ponza stava lavorando nella sicurezza del “Blue Moon” e all’occorrenza anche di altri locali. È volato da un’altezza di circa quattro metri e si è schiantato ieri mattina, poco dopo le 11, nella zona di Santa Maria. Viveva poco distante da via Staglio, dove si è verificata la tragedia, in un monolocale affittato per l’estate. Forse stava andando al mare, i soccorritori lo hanno trovato con pantaloncini, maglietta e costume, senza documenti. Per il riconoscimento è stato decisivo un tatuaggio, quello legato al suo sport e alla società frequentata, la “Lucci team” di Roma

Ponza, ex campione di kickboxing romano trovato morto in un giardino: ipotesi caduta

LA RICOSTRUZIONE
Un tonfo sordo, quello che hanno sentito i proprietari della casa - un ex tassista e la moglie- dalla quale il giovane è caduto, Quando i sanitari dell’Ares 118 sono arrivati non hanno potuto fare altro che constatare il decesso e chiedere l’intervento dei Carabinieri. Il giovane sarebbe caduto, appunto, nel tentativo di scavalcare la balaustra dell’abitazione, finendo nel giardino sottostante della casa che è “terrazzata” e quindi su livelli diversi. 
 

 


Ma perché? È quello che cercano di capire gli investigatori. Apparentemente non sembra esserci un motivo per il quale il giovane si trovasse lì. La casa dove viveva è a un centinaio di metri in linea d’aria, forse voleva “tagliare” la strada, si è arrampicato e ha perso l’equilibrio. Ma le ipotesi che si fanno sono diverse. La prima è quella di una “bravata” finita male, scavalcare appunto per accorciare il percorso verso la spiaggia. Possibile? Difficile stabilirlo, così come immaginare che volesse entrare per rubare qualcosa - ma non c’era praticamente nulla da prendere - o fare uno scherzo ai vicini di casa. 

Inizialmente si è pensato anche al suicidio, ma gli investigatori dell’Arma - coordinati dal colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri - hanno scartato questa ipotesi. Nulla lascia presagire un gesto del genere, né c’erano biglietti lasciati dal ragazzo. I militari della stazione e quelli della compagnia di Formia hanno eseguito un sopralluogo nel monolocale della vittima e non hanno trovato elementi di alcun genere. Né riferibili al suicidio né ad altro.

Il ragazzo è stato aggredito? La profonda ferita alla testa faceva pensare anche a un corpo contundente o al fatto che lo avessero gettato di sotto. Altra ipotesi valutata, ma poi scartata. Gianmarco era un esperto di difesa personale, sarebbe stato difficile colpirlo con violenza o gettarlo di sotto. Tra l’altro come si è sentito il tonfo della sua caduta almeno qualche grido, i testimoni, lo avrebbero avvertito. Resta - allora - l’idea di un malore, avvalorata dal fatto che è caduto “di testa”, cosa che gli ha provocato una profonda ferita e la morte pressoché immediata. Un malessere che lo ha colpito, forse, proprio mentre stava cercando di scavalcare. Da lì la caduta.

«Al momento non abbiamo elementi diversi - dice il colonnello Vitagliano - da quelli di natura accidentale». Il magistrato di turno Maria Beatrice Siravo, della Procura di Cassino, ha disposto l’autopsia. I militari, seguiti dal tenente Massimo Milano, hanno raccolto elementi e testimonianze e spedito già ieri sera una prima informativa. Il medico legale dovrà accertare se possa essersi trattato di un malore e se qualcosa possa averlo causato.

LA SICUREZZA
L’attività che il giovane svolgeva sull’isola lo aveva portato a stringere diverse amicizie. Fra l’altro Gianmarco - nessun precedente a carico - non si era mai distinto per aver dato particolari problemi. Lavorava appunto al “Blue moon”, uno dei locali più frequentati nella zona del porto che ieri ha deciso di chiudere in segno di lutto: « Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia per la scomparsa del nostro caro amico Gianmarco, un ragazzo che amava la vita. Che la terra ti sia lieve. Stay Strong». Qualche sera fa proprio in quell’attività c’è chi aveva impedito ai carabinieri, nel corso di un controllo, di identificare quattro donne, consentendo loro di allontanarsi. In quella occasione venne denunciato un uomo di 43 anni. I militari, però, tendono a escludere che la morte di Gianmarco possa essere ricondotta al suo lavoro sull’isola. Un incidente, dunque, tanto assurdo quanto misterioso.
 

Ultimo aggiornamento: 18:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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