Pescara, il killer prima spara dalla siepe, poi l'esecuzione nel bar: morto l'architetto Walter Albi, grave ex calciatore

Martedì 2 Agosto 2022
Walter Albi, ucciso nella sparatoria al bar

L’uomo in giubba nera e casco integrale entra nell’inquadratura dalla la siepe esterna del dehor. Spara i primi colpi poi irrompe fra i tavolini del bar dove siedono, fra gli altri clienti, Walter Albi e il suo amico Luca Cavallito, vite diverse ma saldate da antichi rapporti familiari. Ha altri due obiettivi, il killer che lunedì sera ha seminato morte, terrore e sangue in uno dei quartieri residenziali di Pescara: spara i colpi di grazia che finiscono Albi, 66 anni, architetto apparentemente insospettabile, e riducono in condizioni gravissime Cavallito, ex calciatore di 49 anni, nel passato l’ombra di una vicenda di droga.

Poi, sempre sotto l’occhio della telecamera del Bar del Parco, strappa un cellulare dalle mani del ferito e preleva dal tavolo lo smartphone del morto. Fugge infine, portandosi dietro le chiavi di una vettura. Sul tavolino occupato dai due restano le dodici pizzette da poco ordinate, chiaro indizio di un incontro programmato per più ospiti.

Pescara, sparatoria in centro fuori dal bar: un morto e un ferito gravissimo, killer in fuga

Il giallo dell’estate, in una città dai troppi delitti insoluti, percorsa da un’ondata crescente di violenza, ruota intorno ai due enigmi: la figura della vittima dell’esecuzione e i telefoni spariti, con tutta evidenza per cancellare tracce di contatti scomodi, magari tra mandanti, esecutorie un ipotetico Giuda. È stata senza dubbio un’esecuzione dai forti tratti simbolici, dalla scelta del giorno, il compleanno di Walter Albi, al luogo dove le vittime sono state sorprese, un bar centrale, ma decisamente appartato, al termine di una traversa secondaria del trafficatissimo viale Bovio e di fronte alla strada pedonale sorta sull’ex tracciato ferroviario. Sembrano messaggi destinati anche ad altri.
 

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LA FUGA

Del killer, fuggito in sella a uno scooterone subito dopo il delitto, incurante di tutti gli altri testimoni oculari eccetto Cavallito, ancora nessuna traccia. In base a dati di esperienza, gli inquirenti ipotizzano l’intervento di un elemento esterno all’ambiente pescarese, dalle telecamere disseminate lungo l’unica possibile via di arrivo e di fuga si cercano altri elementi utili. Mentre sulla ricerca del movente il lavoro investigativo setaccia ogni possibile spunto. C’è un amico, l’attore teatrale Massimo Vellaccio, che riferisce di preoccupazioni di Walter Albi per un affare virato al peggio, negli ultimi tempi, con una perdita di novantamila euro per l’architetto, un professionista conosciuto con un passato di dirigente pubblico nel Comune di Ortona.

 

Più complesso il vissuto di Cavallito, ex calciatore di serie minori, figlio d’arte di Dario, che giunse a Pescara negli anni Sessanta dopo le stagioni migliori in A con la Juventus. Al termine della carriera Luca si è dedicato con alterne fortune agli affari più vari, dalla gestione di residenze per anziani alla partecipazione ad attività di ristorazione. Con la parentesi giudiziaria del coinvolgimento in un carico di droga occultato fra i taralli durante il trasporto dalla Puglia a Pescara, la rotta abituale dei narcos adriatici. E proprio al fronte sud e ai suoi misteri guardano con occhio particolare gli investigatori.

Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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