Un anno e un mese: questo è stato il tempo necessario per chiudere il cerchio e per dare un volto e un nome all'uomo accusato dell'omicidio di Paolo Corelli, il 48enne freddato nel giorno di San Valentino 2022 ad Acilia, quartiere San Giorgio, mentre all'alba usciva di casa per andare a lavorare. Il presunto killer è un italiano, classe 1995: si chiama Angelo Sabatucci ed è stato arrestato dai carabinieri sabato scorso all'aeroporto di Fiumicino.
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LA DINAMICA
Da tempo era impiegato in un supermercato di Fiumicino e ad aspettarlo in macchina, quella mattina, c'era la sua ex moglie che sentì solo gli spari non avendo poi il tempo di vedere in faccia chi aveva esploso i colpi. Il killer scappò a bordo di uno scooter, la donna disse solo che era vestito di nero e aveva il capo coperto, forse da un cappuccio o forse da un cappello. Si ipotizzò - per come fu eseguito il delitto, due proiettili sparati da un revolver quasi a bruciapelo - che si trattasse di un regolamento di conti per questioni di droga in quel di San Giorgio, dove i residenti non smettono di denunciare degrado e spaccio di stupefacenti. Ma la droga stavolta non c'entrava. Dalle indagini è emerso infatti, che la vittima il giorno prima del delitto aveva avuto una discussione con Sabatucci. Quest'ultimo aveva mostrato un atteggiamento da bullo, spavaldo, forse era partita qualche offesa, una parola di troppo e Corelli gli aveva dato uno schiaffo. Futili motivi, in sostanza, che hanno portato il 27enne a recuperare prima un'arma decidendo poi di usarla - secondo l'accusa - contro quell'uomo di vent'anni più grande con cui da bambino giocava a pallone nei cortili dei lotti popolari.
UN'ESECUZIONE
Corelli il 14 febbraio di un anno fa non fece in tempo neanche ad alzare una mano quando se lo trovò di fronte con l'arma puntata. Fu colpito al torace e poi ad una spalla. Si accasciò a terra, morendo molto prima dell'arrivo dei soccorsi. La madre Erminia che viveva nello stesso palazzo fu svegliata dagli spari. Il figlio che aveva visto solo la sera prima se lo era ritrovato sull'asfalto in una pozza di sangue. Pare che a permettere ai militari di chiudere il cerchio sul 27enne arrestato, siano state non solo le testimonianze acquisite quasi nell'immediatezza del delitto ma anche una serie di attività svolte nei mesi. Il problema però è che Sabatucci era partito, rifugiandosi all'estero con la complicità del fratellastro maggiore dalla fedina penale tutt'altro che immacolata. Lui sabato non era all'aeroporto, si trovava a casa con l'anziana madre. Né lui né Sabatucci, però, alla vista dei carabinieri hanno opposto resistenza, né proferito una parola. A casa di Losappio i militari hanno sequestrato anche alcuni cellulari e degli altri dispositivi.
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