«Mio marito ucciso a sangue freddo con una pugnalata, chiedo giustizia»

Sabato 30 Maggio 2020 di Leandro Del Gaudio
«Mio marito ucciso a sangue freddo con una pugnalata, chiedo giustizia»

NAPOLI - Chiede che venga fatta giustizia per l'omicidio del marito, un'esecuzione a sangue freddo consumata senza un motivo. Eccola Anna Gaeta, 38 anni, vedova di Patrizio Falcone, ucciso sabato scorso sotto casa, a Piscinola. Volto straziato, vestita di nero, sorretta dai figli (due ragazzi di 18 e 14 anni), nella chiesa del Santissimo Salvatore, a due passi dalla metropolitana del quartiere di periferia. Ieri, è toccato al parroco ricordare lo strazio di una famiglia colpita da una morte immotivata.

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Sabato scorso, Patrizio Falcone è stato raggiunto da una pugnalata al cuore. Ad ucciderlo è stato Mauro Severino, un vicino di casa, che ha agito a sangue freddo, probabilmente indispettito dai rumori provocati dai lavori di manutenzione in un terrazzo. Severino si è costituito ai carabinieri, dopo aver consumato il delitto davanti a diversi testimoni. Tra questi, il figlio di Patrizio Falcone e la stessa Anna Gaeta, la prima a soccorrere l'uomo dopo la coltellata. In sintesi, Severino avrebbe chiesto un incontro al suo dirimpettaio, invitandolo a «scendere al piano terra».

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Lavoratore onesto, impegnato sulle navi mercantili, rispettoso delle regole, mai un problema con la giustizia, Falcone si reca all'appuntamento a mani nude, senza immaginare cosa lo attendesse. Dall'altra parte, Severino non ha avuto esitazione a sfoderare all'improvviso il coltello che aveva portato con sé e a puntare al cuore. Ora, Anna Gaeta chiede giustizia: «Sono anche io una lavoratrice, i miei figli studiano e credono nella giustizia, vogliamo un verdetto esemplare a chi ha spezzato il nostro sogno, vogliamo continuare a credere nella legalità». 

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Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 00:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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