Niccolò Bettarini accoltellato: quattro giovani condannati dai 5 ai 9 anni «Giustizia è fatta»

Venerdì 18 Gennaio 2019
Niccolò Bettarini accoltellato: quattro giovani condannati dai 5 ai 9 anni «Giustizia è fatta»
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I quattro giovani imputati per l'aggressione a coltellate, calci e pugni ai danni di Niccolò Bettarini, figlio dell'ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, dello scorso primo luglio davanti alla discoteca 'Old Fashion' di Milano, sono stati condannati a pene comprese tra i 5 e i 9 anni di carcere. 

Si è chiuso così in primo grado, davanti al gup di Milano Guido Salvini, il processo con rito abbreviato sull'aggressione ai danni di Niccolò Bettarini, il 20enne figlio dell'ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, colpito con coltellate, calci e pugni lo scorso primo luglio fuori dalla discoteca milanese 'Old Fashion', dove aveva passato la nottata con un gruppo di amici. 



 

 

«È finito un incubo. Giustizia è stata fatta», ha detto a caldo dopo la sentenza il giovane che venne ricoverato per alcuni giorni all'Ospedale Niguarda e subì anche un intervento chirurgico per la ricostruzione di un nervo. «Non mi interessano i soldi, ma solo che giustizia sia stata fatta», ha aggiunto il ragazzo, parte civile col legale Alessandra Calabrò, confermando l'intenzione già espressa di rinunciare al risarcimento, una provvisionale da 200 mila euro, che il giudice gli ha riconosciuto. «Pene giuste. È quello per cui abbiamo lottato fino alla fine», ha spiegato il legale Calabrò. In particolare, a Davide Caddeo, il 29enne difeso dal legale Robert Ranieli e accusato di aver sferrato le otto coltellate, il giudice ha inflitto 9 anni. Pene diverse, invece, per gli altri tre imputati: 5 anni e 6 mesi ad Alessandro Ferzoco (difeso da Mirko Perlino), 6 anni e 6 mesi ad Albano Jakej (difeso da Daniele Barelli) e 5 ad Andi Arapi (difeso da Fabrizio Cardinali), l'unico incensurato che oggi è anche uscito dal carcere ottenendo i domiciliari. 

A tutti e tre, però, è stata concessa la «diminuente» del «reato diverso da quello voluto». In sostanza, come emerge dalla sentenza (le motivazioni tra 90 giorni), i tre volevano picchiare Bettarini e non tentare di ucciderlo e manca la prova che fossero a conoscenza che Caddeo, conosciuto a malapena dagli altri, girasse con un coltello. Stando a quanto ricostruito nel processo, con le testimonianze in aula disposte dal gup, Ferzoco e la sua compagnia avevano avuto già nei giorni precedenti una lite in un altro locale con un amico di Bettarini. Scontro che si è riacceso quella notte del primo luglio all'Old Fashion. 

E Caddeo quella sera si era aggiunto agli amici di Ferzoco, ma nessuno lo conosceva bene. Il gup ha ordinato anche la trasmissione in Procura dei verbali delle deposizioni nel processo di Niccolò, di due suoi amici, tra cui una ragazza che si gettò nella mischia per salvarlo, e di un altro giovane. Il pm Elio Ramondini, che aveva chiesto 10 anni di carcere per tutti, aveva già aperto una tranche di indagine su altri ragazzi che si scagliarono contro Bettarini, almeno una decina. Ed ora con le nuove testimonianze dovrà valutare eventuali sviluppi dell'indagine. 

Caddeo, ad esempio, ha ammesso di aver colpito solo due volte e non otto e l'ipotesi di un secondo accoltellatore non è mai parsa troppo fantasiosa.
Il gup, infine, ha riconosciuto a tutti gli imputati le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante contestata, ossia l'aver agito per futili motivi per quella frase «sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo» che lo stesso 20enne sentì quel mattino. 

 


 

Ultimo aggiornamento: 19:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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