Napoli, baby spacciatori: il giudice toglie la patria potestà ai genitori

Lunedì 12 Marzo 2018
Baby spacciatori
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Per i genitori dei baby spacciatori della Camorra è arrivata la sentenza più temuta. Confermata la perdita della patria potestà per padri e madri di sei bambini, tra gli otto e i dodici anni di età, che venivano utilizzati per confezionare e spacciare droga e che nel gennaio dello scorso anno, su disposizione del Tribunale dei minori, furono affidati a case famiglia: non saranno più loro a decidere del futuro dei loro figli.  Lo ha deciso il gip del Tribunale di Napoli Federica Colucci, che ha accolto le richieste del pm della Dda Antonio D'Alessio a conclusione del processo con rito abbreviato nei confronti di presunti esponenti del clan Elia, attivo nella zona del Pallonetto di Santa Lucia, nel centro di Napoli.

Trentacinque le condanne, a pene varianti dai 20 ai 5 anni di reclusione, nei confronti di imputati - tra cui 12 donne - accusati di gestire il traffico di droga e controllare importanti piazze di spaccio.
Le pene più alte (20 anni) sono state inflitte a Antonio e Ciro Elia, Adriana Blanchi, Giulia Elia, Anna De Muro, e Bruno Pugliese. Nel corso delle indagini dei carabinieri le riprese effettuate con microcamere mostrarono bambini intenti a confezionare dosi e, in alcuni casi, a spacciare dosi di cocaina, haschish, e marijuana. Il blitz scattò il 17 gennaio quando vennero eseguiti 47 arresti.
Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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