Cristina, sgozzata insieme ai due figli piccoli. Il marito killer: «Ecco perché l'ho fatto»

Martedì 21 Aprile 2015
Carlo Lissi e Cristina Omes
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Quel matrimonio, di cui non era mai stato convinto, era diventato una gabbia. Ed è così che il 31enne Carlo Lissi ha deciso di risolvere il tutto sterminando la propria famiglia per poi andare a vedere Italia-Inghilterra con gli amici e simulare un furto in casa terminato tragicamente.



I fatti risalgono alla scorsa estate: era infatti la notte tra il 14 e il 15 giugno quando Lissi, residente a Motta Visconti (Milano), sposato con Cristina Omes, 38 anni, e padre di due bambini (Giulia, 5 anni, e Gabriele, 20 mesi), sgozzò prima la moglie e poi i due figli. Nei primi mesi in carcere l'uomo ha parlato poco agli inquirenti, ma oggi presso il Tribunale di Pavia si terrà l'udienza preliminare del processo in cui incontrerà anche la madre di Cristina, che si è costituita parte civile. Come riporta il Corriere della Sera, Lissi avrebbe rilasciato importanti dichiarazioni sui tradimenti nei confronti della moglie: «Avevo già avuto due relazioni extraconiugali con due colleghe, ma quando ho conosciuto Maria mi sono davvero innamorato. Non siamo mai andati a letto, lei aveva un'altra relazione e me lo aveva fatto presente in modo chiaro, ma io ero disposto ad aspettarla».











«Volevo separarmi da Cristina, ma avevo paura del giudizio della mia famiglia e della sua, e temevo che avrei peggiorato il rapporto coi miei figli» - avrebbe ancora raccontato Lissi agli inquirenti - «Penso di essere stato un buon padre e un pessimo marito, ma non sapevo cosa fare. Così quella sera confessai a mia moglie di essermi innamorato di Maria, lei impazzì e mi diede due sberle. Io allora presi un coltello da cucina e l'ho inseguita, impedendole di scappare. Lei mi chiese perché, io non risposi e la colpii. Poi andai in camera dei bambini, uccidendo prima Giulia e poi Gabriele. Non so perché l'ho fatto, forse non volevo che crescessero senza i genitori. La mia intenzione, a quel punto, era quella di suicidarmi, ma non ho avuto il coraggio».



Agli psichiatri che lo hanno incontrato in carcere in questi mesi Lissi ha anche raccontato di sentirsi prigioniero del proprio matrimonio: «Conobbi Cristina nel 2003, lei era nel gruppo teatrale per cui dovevo sistemare le luci. Non ho avuto difficoltà per la differenza di età tra me e lei, all'epoca ci si sentiva molto più 'fighi' ad andare con una più grande, e fu così che nacque la nostra relazione. Quando ci siamo sposati, non ero del tutto convinto, e poi la vita matrimoniale andò sempre peggio: lei non mi faceva mancare niente, ma comandava in casa e facevamo poco sesso. Vedevo i miei amici uscire e divertirsi sempre, io invece facevo sempre meno cose». L'uomo, in un primo momento, aveva chiesto di essere condannato con il massimo della pena, ma intanto eviterà l'ergastolo dal momento che il suo legale, Corrado Limentani, ha chiesto il rito abbreviato e questo comporterà uno sconto di un terzo della pena.



Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 15:54

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