Morto per meningite a Ischia:
«Portatore sano causa del contagio»

Domenica 25 Febbraio 2018 di Ettore Mautone
Morto per meningite a Ischia: «Portatore sano causa del contagio»
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Il rischio da scongiurare - dopo il caso di meningococco che ha colpito il giovane di Serrara Fontana, morto a distanza di un mese e mezzo da un altro caso di meningite fatale nella stessa famiglia - è che vi possano essere focolai silenti della malattia. Ed è proprio quello che si teme ora ad Ischia. Quelli da individuare sono eventuali portatori sani. Solitamente il meningococco alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola) di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). Solo in pochi casi si trasmette da persone affette dalla malattia. La patologia si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Ma la principale causa di contagio è rappresentata proprio dai portatori sani del batterio.

Una presenza che non è correlata di per sé a un aumento del rischio di meningite ma che può diventare un condizione di rischio se ad esempio c’è una concomitante aggressione virale dell’influenza e il freddo intenso, che agiscono da cofattori. In questi casi – suggeriscono gli infettivologi - prima della profilassi antibiotica è utile effettuare anche prelievi e tamponi tra chi è venuto a contatto col paziente. Campioni biologici da sottoporre ad analisi specifiche. Una procedura più lunga e costosa, che può coinvolgere diverse decine di soggetti, sanitari compresi, ma opportuna per vederci chiaro sull’origine dell’infezione e stroncare sul nascere eventuali focolai epidemici. Tutte analisi che l’azienda ospedaliera Cotugno si è detta disposta ad effettuare gratuitamente. Del resto proprio dal Cotugno era venuto il suggerimento, ai sanitari del Rizzoli, di effettuare indagini microbiologiche sul giovane di Serrara Fontana ricoverato al Rizzoli, per venire a capo di una strana polmonite che evolveva in maniera instabile e anomala. Un’infezione probabilmente iniziata con preminenti manifestazioni polmonari ma resa fatale dalla presenza del meningococco. Del resto lo stesso Lino Maltese, il 14 gennaio scorso, in occasione della tragica fine di sua nipote per meningite, era stato sottoposto a sua volta a profilassi antibiotica. Ma, a distanza di poco più di un mese è risultato positivo al microbo. Effettuare indagini più approfondite consente insomma di discriminare se ci siano collegamenti tra le infezioni che si registrano in una stessa comunità. A maggior ragione in questo caso, in cui ad essere colpiti sono componenti di uno stesso nucleo familiare.

Un altro punto su cui si sono tenute già diverse riunioni in Regione, riguarda la formazione del personale sanitario sulle meningiti. Sia quello in forze al 118 sia i camici bianchi che prestano servizio nei pronto soccorso. Formazione che servirebbe ad addestrarli per riconoscere e correttamente indirizzare i pazienti colpiti da meningiti in tempi precisissimi. La meningite è infatti una malattia relativamente rara ma d alto rischio di morte se non riconosciuta e curata per tempo e con specifici protocolli specialistici. Quelli messi in atto ad esempio al Cotugno che ha una lunga esperienza nel trattare queste infezioni e che vanta una buona casistica. Ciononostante alcune forme fatali restano rapidamente mortali. 

Intanto il direttore generale dell’Asl Napoli 2 nord rassicura la popolazione. «Il Dipartimento di prevenzione e i sanitari del Rizzoli - avverte - hanno già messo in atto tutte le misure previste per questi casi. Le attività di prevenzione e sorveglianza sanitaria hanno ricostruito quali siano stati i familiari e le persone più prossime venute a contatto col paziente nelle ultime ore, così da sottoporle a profilassi». Quest’ultima è una misura semplice, che consiste nella somministrazione per via orale e in unica dose, di un antibiotico comunemente utilizzato nella pratica clinica. Per gli ambienti, ricorda poi opportunamente D’Amore, è sufficiente aerare a lungo i locali. Il batterio della meningite è infatti molto labile al di fuori dell’organismo. L’azienda sta valutando l’eventualità di realizzare ulteriori approfondimenti circa le procedure messe in atto in ospedale. L’Asl e il proprio personale, infine, «esprimono il cordoglio e la vicinanza ai familiari del giovane».
Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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