Morto Enrico Nicoletti, cassiere della banda della Magliana (il Secco di Romanzo Criminale)

Venerdì 4 Dicembre 2020
Morto Enrico Nicoletti, cassiere della banda della Magliana (il Secco di Romanzo Criminale)

È morto a Roma  Enrico Nicoletti, il cassiere della banda della Magliana. Si è spento a 84 anni nella clinica romana Villa Mafalda.

Era affetto da gravi problemi di salute. A dare la notizia è stata l'agenzia AdnKronos.

Una vita tra arresti e lusso, ville e azioni criminali, in quella Roma dove per anni comandava la holding del crimine della Banda della Magliana. Più volte in carcere, detentore dei patrimoni e delle ricchezze accumulate dalla feroce organizzazione che negli anni '70 seminò sangue e morte a Roma, Nicoletti, come un gangster di altri tempi, amava il lusso ostentato. Come testimoniava anche la sua casa con parco, poi confiscata, e destinata dal Campidoglio nel 2005 a sede della Casa del jazz. Nicoletti infatti, originario di Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, è stato infatti il proprietario di Villa Osio, un complesso di fine anni Trenta immerso nel verde, in via di Porta Ardeatina, trasformato dal lui stesso con maniacale meticolosità nei dettagli in una sorta di reggia, con marmi, stucchi e idromassaggi a due posti con rubinetti in oro: roba da Gomorra ma ante litteram.

Lusso e, a modo suo, eleganza: il bastone come appoggio e come vezzo amava vestirsi di bianco dal panama alle scarpe. Si favoleggia anzi che nella villa avesse immense scarpiere, fatte su misura, per contenere tutte le sue scarpe. Bianche, naturalmente. Nicoletti viene anche indicato come un personaggio legato all'ultimo capo della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, detto Renatino, ucciso nel Febbraio 1990.

Ed ebbe in eredità anche alcune proprietà immobiliari che appartenevano al boss. La carriera di Nicoletti inizia dal basso, quando negli anni '60 faceva fruttare il denaro affidatogli dagli abitanti del suo quartiere di Centocelle. Poi il salto di qualità negli anni '70 nella Banda della Magliana che in breve tempo ebbe il controllo di tutte le attività criminali della Capitale: dalle semplici rapine, le attività si espansero ai sequestri di persona, al controllo del gioco d'azzardo e delle scommesse ippiche, ai colpi ai caveau e soprattutto al traffico di droga. Da quegli anni la carriera criminale di Nicoletti, tra un arresto e l'altro, non ha avuto sosta. 

Se avete visto la serie Romanzo Criminale ricorderete sicuramente Il Secco, vero nome Claudio Usignoli, nel film interpretato da Stefano Fresi e nella serie da Vincenzo Tanassi, ispirato alla figura di Enrico Nicoletti. Nel film è un cantante al quale, grazie alla sua abilità nel fare fruttare il denaro, viene offerta dal Libanese la possibilità di reinvestire il contante ottenuto dalla banda grazie al traffico di droga; i suoi canali consistono in un giro di usura, nella sua possibilità di trasferire, grazie alle tournée, capitali all'estero e nella sua partecipazione al canale dello spaccio di eroina del Terribile.

Vincenzo Tanassi nei panni del Secco in Romanzo Criminale

Egli diverrà il cassiere della banda ma, dopo la morte del Libanese, si approprierà di una parte dei suoi fondi, e, nonostante l'ordine del Freddo di ucciderlo, stipulerà un accordo con il Dandi, per convincerlo a partecipare al nuovo canale di spaccio con la Cina e favorendo l'intento di Zio Carlo di farlo diventare il nuovo capo della banda. Nella serie è un faccendiere romano che, su suggerimento di Nembo Kid, entra in contatto con la banda per fare fruttare il suo capitale, ed il suo ruolo, a dispetto del parere contrario del Freddo, lo porterà a prendere il posto di Trentadenari come cassiere della banda. Dopo la morte del Libanese egli continuerà a svolgere la sua attività, aiutando anche il Dandi a trovare Patrizia, trasferitasi ad Ancona insieme a Ranocchia, servendosi dei suoi due scagnozzi Nercio e Botola, ma organizzando nel contempo un traffico di droga proveniente dalla Cina esterno alla banda. Il Dandi inizierà a sospettare di questi movimenti di droga estranei alla banda e, dopo che il Secco scampa fortunosamente ad un attentato e Nercio e Botola vengono trovati uccisi, il Sorcio, suo complice nel nuovo traffico, lo minaccia di rivelare quanto sa al Dandi ed il Secco tenta di ucciderlo ma fallisce ed il Sorcio rivela tutto al boss, confidando nella sua riconoscenza, ma questi lo scarica e risparmierà anche la vita al Secco, in cambio della sua promessa di raddoppiargli il capitale nel giro di tre mesi. Da quel momento il Secco seguirà il Dandi in tutte le sue vicende, compreso il periodo nel quale questi si trova in carcere, e, con il passare degli anni, constatato anche l'atteggiamento ostile di Patrizia, nel frattempo divenuta sua moglie, tramerà contro di lui, facendosi complice del suo omicidio, compiuto dal Bufalo e da Fierolocchio, che nel frattempo hanno costituito una nuova "batteria", finanziata proprio dal Secco.

Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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