«Ho detto la verità, Sara l'ho uccisa io». Così Michele Misseri in una lettera inviata nei giorni scorsi a Telenorba. «Quando uscirò da qui, devo lottare per mia figlia Sabrina e mia moglie Cosima perché sono innocenti.
Zio Michele non ha cambiato la sua versione nemmeno in carcere: continua a dichiararsi colpevole della morte della nipote sedicenne Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana, in provincia di Taranto. Con sentenza definitiva è stato condannato a otto anni di reclusione per la soppressione del cadavere mentre la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri sono state condannate al carcere a vita per l'omicidio della ragazza. Michele nel carcere di Lecce, Cosima e Sabrina in quello di Taranto: le loro vite si sono separate del tutto ma non è soltanto per il luogo in cui scontano la pena. «Non si sono mai visti né sentiti», ha detto l'avvocato di Michele Misseri, Luca La Tanza. Per stabilire una comunicazione Michele Misseri ha scritto tante volte. «Lui scrive, centinaia di volte lo ha fatto - aggiunge il legale - ma non ha mai ricevuto risposta».
Michele Misseri libero tra un anno
Misseri sarà libero tra un anno, anche grazie alla buona condotta. Avrà uno sconto di pena di 41 giorni per le condizioni della cella in cui è recluso. Il magistrato di soerveglianza ha accolto l'istanza presentata dal legale difensore Luca La Tanza, in base al decreto "svuota carceri". Secondo l'istanza, la cella è troppo piccola (circa tre metri quadri per detenuto mentre la Convenzione europea dei diritti dell'uomo ne prevede almeno 4) e non ci sono doccia e acqua calda. Si è sempre auto-accusato di aver ucciso la nipote sedicenne ma nessuno gli ha creduto.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout