Messina Denaro, l'amico Risalvato: «Educato e gentile con tutti, non lo rinnegherò mai. Ma con la latitanza non c'entro»

«Eravamo giovani, dicembre 1991, gennaio 1992, io lo accompagnavo a giocare a poker al circolo e fumavamo insieme. Ma dei gruppi di fuoco non so niente»

Venerdì 20 Gennaio 2023
Messina Denaro, l'amico Risalvato: «Educato e gentile con tutti, non lo rinnegherò mai. Ma con la latitanza non c'entro»

Il suo nome è Giovanni Risalvato, 69 anni, detto Vanni «Pruvulazzu» (polvere). È il fratello di Errico Risalvato, proprietario di uno dei «covi» di Matteo Messina Denaro, ma soprattutto un vecchio amico dell'ex latitante. Imprenditore del settore calcestruzzi, ha scontato 14 anni per mafia e attualmente è un sorvegliato speciale, con obbligo di firma a Castelvetrano. «Io so raccontare bene le barzellette, le faccio quasi diventare realtà», dice in un'intervista al Corriere della Sera, in cui ripercorre le tappe del suo rapporto con Messina Denaro.

Risalvato e il capomafia si conosconono fin dall'infanzia e insieme sarebbero cresciuti: «Eravamo giovani, dicembre 1991, gennaio 1992, io lo accompagnavo a giocare a poker o a ramino al circolo e fumavamo insieme, è vero, ma mica così tanto.

Lui era educato, rispettoso, gentile con tutti...». Ma specifica: «Io non c'entro coi gruppi di fuoco».

 

«Messina Denaro gentile con tutti, ma con la latitanza non c'entro»

Pur negando ogni coinvolgimento nell'attività criminale di Messina Denaro, Vanni «Pruvulazzu» ammette di aver avuto un rapporto privilegiato con il boss, svelando anche alcune sue peculiarità caratteriali: «Certo, io non la rinnego mica la mia amicizia per lui, l’affettuosità. Le amicizie che risalgono all’infanzia sono quelle che non si dimenticano. Le altre invece si scordano sempre. Noi due fino al 1968, fino al terremoto del Belice, eravamo vicini di casa in via Rossini, poi la nostra casa rimase danneggiata e fummo costretti a trasferirci. Avevo 14 anni. Ma poi con Iddu non ho fatto niente».

Risalvato, inoltre, afferma che il «covo» si proprietà di suo fratello non è mai stato il rifugio di Messina Denaro e sostiene di non aver avuto nessun contatto con lui durante la latitanza: «Sono stato intercettato dal 2004 al 2010, quando poi mi hanno arrestato e mi sono fatto 12 anni di branda. In tutti questi anni, li ho forse portati sulle tracce di Messina Denaro? Da quando divenne latitante non l’ho più visto. Mi hanno condannato per una millanteria». 

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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