Messina Denaro, chemio in carcere per il boss. «Sorpreso dal tumore, mi allenavo tutti i giorni»

Allestita una stanza vicina alla cella con pompa a infusione e defibrillatore

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Stefano Dascoli
Messina Denaro, chemio in carcere per il boss. «Sorpreso dal tumore, mi allenavo tutti i giorni»

L’AQUILA - La stanza, nell’ala di massima sicurezza del supercarcere dell’Aquila, sarà pronta da oggi: una poltrona, una pompa a infusione per somministrare i farmaci, un defibrillatore. Materiale che l’azienda sanitaria del capoluogo ha finito di trasportare ieri dopo giorni frenetici con automediche e ambulanze. Qui, nella “fortezza delle Costarelle”, il penitenziario italiano con più detenuti al 41bis, il superboss Matteo Messina Denaro, costretto al carcere duro da lunedì notte, si sottoporrà alle sedute di chemioterapia per combattere il cancro al colon di cui è affetto dal 2020.

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Chemio in carcere per il boss

Lo ha chiarito, al Messaggero, l’oncologo Luciano Mutti, genovese, 67 anni, nominato da appena una settimana al vertice del reparto ospedaliero del “San Salvatore”, colui che avrà la responsabilità di seguire passo passo le cure, a cui l’ex latitante avrebbe chiesto di fare il possibile per allungargli la vita. 
«Per le istituzioni questa è la soluzione che garantisce la maggiore sicurezza - ha spiegato Mutti - Credo che domani (oggi, ndr) la stanza sarà pronta.

Adesso dobbiamo calcolare i giorni per capire quando “cadrà” il prossimo ciclo di terapie». Forse si comincerà oggi, in ogni caso a strettissimo giro. Un piano predisposto celermente e nei dettagli che contempla anche i possibili rischi: «Queste cose - ha chiarito Mutti - si fanno in ospedale proprio per prevenire ed eventualmente affrontare gli effetti collaterali o indesiderati, come, per esempio, le crisi allergiche. Ci siamo premuniti come si farebbe per qualsiasi paziente, ci tengo a sottolineare questo aspetto in modo particolare». Significa che nella stanza-ambulatorio è già stato portato un defibrillatore e che, almeno nella prima seduta, sarà presente anche un medico rianimatore.

 

 
LA CORSA
La malattia è stata al centro dei primissimi colloqui che il boss ha avuto all’interno del carcere. «Quando l’ho scoperta, nel 2020, sono rimasto sorpreso - avrebbe raccontato ieri, come riferito da alcune fonti interne - Anche perché mi sono tenuto sempre in forma, allenandomi e correndo per cinque chilometri al giorno». Circostanza bene evidente dal fisico, sicuramente provato, ma comunque tonico e ben curato. E circostanza confermata anche dallo stesso medico Mutti: «L’ho trovato in buone condizioni generali, non mi pare, al momento, emergano elementi per pensare a una ospedalizzazione».


L’ANOMALIA
Nonostante la presumibile angoscia per il suo stato di salute, chi ha avuto modo di incrociarlo, anche fugacemente, riferisce un atteggiamento cordiale, con sorrisi e anche qualche battuta ironica. Un comportamento che qualcuno si è spinto a definire «anomalo» per un detenuto al 41bis. Ieri la prima ora d’aria, dopo aver organizzato la cella che non differisce dalle altre. Poco più di dieci metri quadrati, letto saldato a terra, bagno e niente cucina, tv con i soli canali nazionali (da quanto filtra finora lasciata sempre spenta) e, solo in alcuni casi, giornali debitamente censurati delle notizie che lo riguardano e libri dalla biblioteca. 
Durante il primo colloquio con lo psichiatra, all’interno della struttura, sarebbe emerso l’intento, al momento fermo, di non parlare delle vicende di mafia che lo riguardano e di non collaborare con la giustizia. Elementi che, in ogni caso, dovranno essere cristallizzati dagli inquirenti, forse già a partire dall’imminente interrogatorio di garanzia. Attraverso il cappellano del penitenziario, don Francesco Lopresti, gli sono stati messi a disposizione abiti e biancheria intima di ricambio e un piccolo sussidio economico per affrontare i primi giorni di reclusione. Pochi soldi che serviranno per i piccoli acquisti in carcere, soprattutto giornali e generi alimentari. 


IL COLLOQUIO
Nella giornata di ieri il boss ha avuto anche un breve colloquio con il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia. «È durato qualche minuto, gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato» ha fatto sapere lo stesso De Lucia. 
Oggi il boss potrebbe invece partecipare in videoconferenza all’udienza del processo ai mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio in corso davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta. All’interno del carcere dell’Aquila ieri è stata allestita una sala multimediale attraverso la quale si potrebbe svolgere il collegamento. 


 

Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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