Oltre a quello sulla morte di Massimo Bochicchio, c'è un altro giallo che tiene banco: riusciranno i clienti vip che il broker romano avrebbe truffato per milioni di euro a recuperare i loro risparmi? La Procura di Roma ha in corso una serie di rogatorie all'estero, per cercare di individuare capitali eventualmente nascosti dal broker in vari paradisi fiscali.
Pc, cellulare e agende
Gli uomini del Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza - su delega della Procura - hanno per questo acquisito tablet, cellulare, pc e documenti, tra cui una agenda, del broker. Obiettivo di chi indaga è verificare le comunicazioni e i contatti che il broker ha avuto nelle ore e nei giorni precedenti alla sua morte. Erano tante, infatti, le persone alle quali doveva restituire dei soldi: alcune di loro sono venute allo scoperto, denunciandolo per truffa e appropriazione indebita; altre sono rimaste nell'ombra, probabilmente per nascondere l'origine illecita dei capitali che volevano investire. Calciatori, allenatori, ambasciatori e imprenditori avrebbero affidato a Bochicchio almeno 500 milioni con la promessa di rendimenti vantaggiosi, a fronte di un rischio di investimento pari a zero. Peccato che, nel momento in cui i clienti volevano disinvestirli, i soldi non c'erano più.
L'ultimo imbroglio
Ieri, intanto, la VII sezione penale del Tribunale di Roma ha rinviato al 15 settembre l'udienza del processo in cui Bochicchio è imputato per esercizio abusivo di attività di investimento e riciclaggio, in attesa del riconoscimento del cadavere che porterà i giudici a dichiarare l'estinzione del reato «per morte del reo». «È opportuno fugare ogni dubbio sulla dinamica dell'incidente», ha commentato l'avvocato Cesare Placanica, che difende 14 delle 38 parti civili costituite nel processo, tra cui l'attaccante romanista El Shaarawy, l'agente dei calciatori Federico Pastorello, la compagna Leona Koenig, il tecnico del Tottenham Antonio Conte e l'ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta. Il legale ieri ha anche depositato al collegio un'indagine difensiva: Bochicchio avrebbe mentito quando, per rassicurare i clienti, aveva detto di aver contattato la piattaforma Interactive brokers per disinvestire i capitali investiti. Oltre al processo in corso, seguito alla misura cautelare degli arresti domiciliari dello scorso novembre, il 56enne era indagato dalla Procura capitolina anche per truffa e appropriazione indebita. «Non si deve strumentalizzare la morte di una persona costruendo un film su qualcosa che non esiste», ha tagliato corto l'avvocato Gianluca Tognozzi, difensore della vittima.