Massimo Bochicchio, nessun malore fatale: lo schianto resta un giallo, si rafforza l’ipotesi del gesto volontario

Il broker è morto per i traumi riportati nel violentissimo impatto contro un muro. Si rafforza l’ipotesi del gesto volontario. Indagini sulle minacce dei creditori

Giovedì 4 Agosto 2022 di Valeria Di Corrado
Massimo Bochicchio, nessun malore fatale: lo schianto resta un giallo
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È morto per i traumi causati dal violentissimo impatto contro la parete del muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe di Roma, su cui si è schiantato il 19 giugno scorso mentre era in sella alla sua moto Bmw. Questo il primo responso dell’autopsia sul cadavere carbonizzato di Massimo Bochicchio, il broker accusato di aver truffato decine di vip, tra calciatori, allenatori e imprenditori, per circa 600 milioni di euro.

Non è quindi stato arso vivo dalle fiamme, come avevano confermato “a caldo” anche i testimoni, vedendo che i palmi delle sue mani non erano contratti a causa del fuoco. Quando è divampato l’incendio, il 56enne era già deceduto a causa dello schianto.

Massimo Bochicchio, il giallo sulla morte

Il giallo sulla morte, però, non è risolto. Resta infatti da capire cosa abbia provocato l’incidente stradale, risultato fatale per Bochicchio. Quel che è certo è che non c’erano altri veicoli coinvolti e che la strada - un rettilineo - in quel punto non presentava imperfezioni: né buche, né dossi. Sarà la perizia sulla motocicletta a stabilire se ci sia stato un malfunzionamento meccanico o dell’impianto frenante (anche se sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata). Un ausilio per ricostruire la dinamica del sinistro potrebbe arrivare anche dall’analisi delle telecamere dell’aeroporto.
Prende quindi maggiore forza l’ipotesi che il broker si sia volutamente tolto la vita; specie se queste consulenze tecniche dovessero escludere un malfunzionamento della Bmw. La Procura di Roma, infatti, indaga per istigazione al suicidio, al momento contro ignoti. Mancano ancora i risultati definitivi degli esami tossicologici, anche se da un primo riscontro era stata esclusa l’assunzione di sostanze, alcol o farmaci. 
L’altra possibilità è che il broker possa essere stato colto da un malore improvviso mentre era alla guida, tale da fargli perdere il controllo del mezzo. Si tratta di un’ipotesi residuale, ma che comunque non può essere esclusa completamente dal medico legale de “La Sapienza” nominato dalla Procura, il dottor Edoardo Bottoni. Questo perché vi era un quadro clinico già compromesso da patologie pregresse: diabete e problemi cardiaci. Non c’è stato comunque un evento clinico acuto, come accertato dagli esami istologici. Quindi, nell’eventualità in cui sia stato colto da un presunto malore, se in quel momento Bochicchio si fosse trovato per esempio seduto sul divano in compagnia di qualcuno pronto a chiamare l’ambulanza, probabilmente si sarebbe salvato. 

 

Il nodo risolto del dna

Solo una settimana fa, la professoressa associata di Genetica Medica de “La Sapienza” Paola Grammatico, nominata dal pm Andrea Cusani per risalire all’identità del cadavere reso irriconoscibile dalle fiamme, ha consegnato l’esito dell’esame genetico: il dna estrapolato dagli organi del centauro è «altamente e statisticamente compatibile» con quello prelevato da Tommaso Bochicchio, fratello del consulente finanziario originario di Capua, ma residente da anni a Roma. Quindi, è stato accertato che - per la scienza - l’uomo finito fuori strada è il broker sotto processo davanti al Tribunale di Roma per aver beffato una trentina di clienti, raccogliendo circa 70 milioni di euro, senza poi restituire loro né gli interessi, né il capitale. Al momento dell’incidente, Bochicchio stava rientrando a casa dopo aver usufruito delle due ore quotidiane di permesso. Si trovava infatti ai domiciliari da quando venne arrestato l’8 luglio 2021 all’aeroporto di Giacarta, con l’accusa di riciclaggio internazionale, ed estradato in Italia. Alla luce dell’esito dell’autopsia, sarà ancora più importante per la Procura scoprire se (e con chi) si fosse incontrato il broker prima dello schianto e se avesse subito delle minacce da parte dei suoi creditori.

Il funerale

Nel frattempo, a distanza di un mese e mezzo dal decesso, la salma di Bochicchio potrà ora essere restituita alla famiglia, che, non appena avrà il certificato di morte, potrà celebrare finalmente il suo funerale.

Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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