Martina Rossi, i condannati chiedono i servizi sociali. Il papà: «Anche se non vanno in galera giustizia è fatta»

La famiglia di Martina inoltre sta pensando alla causa civile

Venerdì 8 Ottobre 2021
Martina Rossi, i condannati chiedono i servizi sociali. Il papà: «Anche se non vanno in galera giustizia è fatta»

«Di tenerli in galera non mi interessa, quello che importa è che giustizia sia stata fatta e che l'immagine di mia figlia sia stata ripulita». Bruno Rossi, padre di Martina, parla così del destino che attende Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, condannati a 3 anni anche in Cassazione per tentata violenza sessuale a sua figlia.

I due, infatti, non andranno in galera. Gli è stata notificata la sentenza della Cassazione con annesso decreto di sospensione della pena e faranno domanda per la messa in prova ai servizi sociali.

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«Giustizia c'è stata»

«Non vanno in galera? Non importa, la giustizia c'è stata», ripete Bruno Rossi. Sua figlia Martina, dieci anni fa, volò dal balcone della camera d'hotel che i due condannati occupavano a Palma de Majorca. Martina, in base alle motivazioni del verdetto nell'Appello bis di Firenze confermato dalla Suprema Corte, è morta per sfuggire ad un tentativo di stupro da parte dei due giovani, oggi trentenni.

«La storia per me non finisce qui visto che a Genova è in corso il processo per gli amici di Albertoni e Vanneschi, quelli che erano con loro in Spagna e che hanno raccontato un sacco di bugie», ha anche ricordato Bruno Rossi.

Causa civile

La famiglia di Martina inoltre sta pensando alla causa civile. «Non ho ancora deciso, ma non la escludo», dice il padre. In mattinata, come detto, è arrivato il decreto di sospensione della pena. «Ora abbiamo 30 giorni per la richiesta dell'affidamento ai servizi sociali, un provvedimento, per fare un esempio eclatante, del tutto simile a quello scelto anni fa da Silvio Berlusconi», ha fatto un parallelo l'avvocato Stefano Buricchi. Invece, sull'ipotesi di scontare un anno di carcere propedeutico ai servizi sociali, l'avvocato Buricchi è netto: «Il carcere è escluso categoricamente, come riportato sul decreto, che sospende la pena. L'affidamento in prova ai servizi sociali è la misura che farà espiare loro la condanna».

L'avvocato dei genitori di Martina, Luca Fanfani, ha affermato che «l'ultima parola sia sul comportamento che sulla condotta tenuta dai due imputati spetta al Tribunale di sorveglianza che potrebbe non accogliere la richiesta, ma al di là di questo resta la gioia per aver reso meno difficile questa esperienza a Bruno e Franca, due persone splendide». Da quando i genitori della studentessa varcarono la soglia del suo studio sono passati molti anni e il legale ha mostrato evidente commozione all'uscita dalla Cassazione dopo la lettura della sentenza. A Castiglion Fibocchi, paese dove i due condannati abitano a una manciata di chilometri da Arezzo, nessuno commenta. Solo il sindaco Marco Ermini si è detto addolorato nel complesso per quanto accaduto. Gli stessi condannati rimangono in silenzio. Solo uno, Luca Vanneschi, affida al suo difensore delle sensazioni. «Luca è molto provato dopo dieci anni di quella che ha definito 'gogna mediatica' - spiega sempre Buricchi - ora spera di trovare in Europa la giustizia che non ha trovato in Italia».

Infatti, pur se la sentenza è definitiva dopo la conferma della Cassazione, il legale intende andare avanti. «Faremo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo verificando se ci sono anche i termini per la revisione del processo visto che abbiamo ben 24 testi della difesa che non sono stati ascoltati, compresa la cameriera spagnola che raccontò di aver assistito alla caduta di Martina».

 

Ultimo aggiornamento: 20:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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