L'arresto di Marco Carta è illegittimo. Una «carenza di gravità indiziaria» rispetto al quale l'arresto di Marco Carta «non può ritenersi legittimo», secondo il giudice di Milano Stefano Caramellino ha deciso, lo scorso 1 giugno, di non convalidare l'arresto del giovane cantante accusato insieme a una donna di 53 anni d furto aggravato alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano. Nell'ordinanza del tribunale, diffusa solo oggi, si ricostruisce il presunto furto dal grande magazzino di sei magliette di marca del valore di 1.200 euro. Il racconto dell'imputato, a dire del giudice, «non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario». E coloro che hanno provveduto all'arresto «non hanno visto alcunché dell'azione asseritamente furtiva».
Il testimone oculare, un addetto alla sicurezza, descrive un atteggiamento sospetto, ma tali elementi sono «del tutto eterei, inconsistenti: è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all'interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione» e l'ipotesi che stessero controllando di non essere seguiti da occhi indiscreti «è formulata in modo del tutto ipotetico».
«Non è possibile - si legge nell'ordinanza del giudice che ha celebrato la direttissima - ritenere che la rottura delle placche antitaccheggio sia avvenuta in un tempo successivo al primo inserimento dei vestiti nella borsa dell'imputata» che è avvenuta nello spazio dei camerini. Dunque «vi è pertanto carenza di gravità indiziaria» a carico di Marco Carta che è stato immediatamente liberato visto che «l'arresto non può ritenersi legittimo». Per il giudice, il vincitore di Sanremo e del programma Amici «non deteneva all'uscita dell'esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti: lo si ritiene sulla base delle indicazioni del verbale d'arresto secondo cui 'la donna risultava avere riposto le maglie appena sottratte ed il cacciavite utilizzato per rimuovere le placche antitaccheggio nella propria borsa personalè». La flagranza scatta sulla base di una diretta percezione, non per informazioni sommarie rese da terzi, in questo senso «nessuna circostanza descritta nel verbale d'arresto costituiva sufficiente sintomo, percettibile agli operanti, del concorso dell'imputato nell'azione autonomamente posta in essere dall'imputata, che si trovava semplicemente in sua compagnia». Carta, imputato insieme all'amica Fabiana Muscas, dovrà affrontare un processo che inizierà il 20 settembre prossimo.