Mamma malata di tumore in fin di vita: «Voglio vedere mio figlio». Ma il giudice prende tempo

Ora l’uomo le impedisce di riabbracciarlo. Abita a Trani e non si presenta alle visite

Sabato 4 Marzo 2023 di Giovanni Del Giaccio e Marina Mingarelli
Frosinone, mamma malata di tumore in fin di vita: «Voglio vedere mio figlio». Ma il giudice prende tempo

Anna rischia di non coronare il suo unico sogno: quello di poter abbracciare, davvero un’ultima volta, il figlio di 12 anni, affidato all’ex marito da quando lei ha scoperto di essere malata di tumore.

Aveva bisogno di curarsi, non poteva seguire anche il bambino e, così, a malincuore, si è fidata di nuovo del suo ex, lasciato in maniera burrascosa tempo prima perché era violento e la picchiava di continuo. Adesso lui le nega la possibilità di un saluto al figlio e nemmeno essersi rivolta al tribunale, finora, è servito.

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LA RICOSTRUZIONE

La donna - che chiameremo Anna - è una docente di scuola superiore di 47 anni, residente nel capoluogo ciociaro e che da circa un anno e mezzo, da quando ha iniziato a fare la chemioterapia, non vede il suo “ometto”. Dopo il ricovero in una struttura attrezzata per malati oncologici, Anna è stata trasportata nei giorni scorsi nella sua abitazione, dove personale infermieristico le somministra, ad intervalli di ore, le cure palliative. È seguita a domicilio da un hospice e il rischio che non ci sia più tempo purtroppo è reale. I suoi avvocati Andreina Ciotoli e Francesca Ruggeri, del centro antiviolenza “Fammi rinascere” di Frosinone, hanno chiesto al Tribunale di Trani, dove risiede l’uomo, di intervenire sulla questione. Il magistrato, però, dopo l’udienza dei giorni scorsi, si è riservato la decisione in ordine al diritto di visita del bambino alla madre. Anna, con quel filo di forze che le è rimasto, continua a sperare che il miracolo possa avvenire e che riuscirà a stringere a sé il figlio. «In oltre 30 anni di carriera - dice l’avvocato Ciotoli - non mi è mai capitato niente del genere. Nessuno ha avuto pietà di questa donna che sta morendo».

IL PASSATO

Il dramma della 47enne inizia qualche anno fa, quando a seguito di maltrattamenti da parte del coniuge, un medico originario di Trani, decide di separarsi. A suo dire, più che violenze fisiche il marito metteva in atto quelle psicologiche. L’uomo non faceva altro che denigrare l’insegnante per le sue umili origini. Per non parlare del fatto che il coniuge impediva ai suoi due figli, una femmina ed un maschietto, di conoscere i nonni materni. Nonostante avesse disponibilità economiche, costringeva l’intera famiglia a vivere in un immobile insalubre e fatiscente. A questo c’è da aggiungere che l’uomo, oltre a vietare alla moglie l’uso degli elettrodomestici, le vietava anche di usare liberamente la connessione internet. In questo modo sperava di emarginarla, tagliandola fuori dai rapporti interpersonali. A causa delle continue vessazioni la docente si è rivolta all’associazione antiviolenza “Fammi Rinascere”. A seguito di quella denuncia erano state avviate le indagini e alla fine il medico è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti. Di pari passo sono state avviate le pratiche per la separazione legale. L’imputato si è trasferito a Trani, dove svolge la sua attività professionale. 

LA MALATTIA

Poco più di un anno fa, però, l’insegnante si è ammalata gravemente. E siccome doveva sottoporsi a delle terapie oncologiche presso il policlinico Gemelli di Roma, in attesa di riprendersi aveva affidato il figlioletto al padre. La femmina, oggi 17enne, era rimasta invece accanto alla mamma. Da quel momento la donna non ha più rivisto il figlio. Nonostante il giudice avesse disposto un incontro mensile con la mamma malata, il marito ha sempre disatteso quegli accordi da gennaio 2022. Ancora adesso, nonostante il parere favorevole del consulente tecnico, il medico continua ad evadere quegli incontri. Ma Anna teme di non avere più tempo a disposizione. Il caso è finito anche in Parlamento, con una interpellanza (dopo un servizio su queste colonne) della deputata Maria Cecilia Guerra (Pd), alla quale ha risposto il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Dellevedove: «Emerge, da una nota del 12 gennaio 2023 del tribunale di Trani, che il regime di visita tra la madre e il figlio è stato disciplinato tenendo conto della distanza geografica, delle condizioni di salute della madre al fine di garantire, comunque, il superiore interesse del minore a mantenere significativi rapporti con entrambi i genitori». Cosa che però non è mai avvenuta. 

Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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