Da un lato ci sono i bambini che accusano le suore, dall’altro quelli che le difendono. Le monache-maestre al centro dell’indagine choc si stagliano nella controversa storia, da ieri al centro delle cronache, col doppio profilo di «dottor Jackie e mister Hyde». «Buone come mamme», dicono alcuni genitori. «Cattive come streghe», la descrizione giudiziaria.
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Secondo le mamme della maggior parte degli alunni dell’istituto «Santa Teresa del Bambino Gesù» di San Marcellino, nel Casertano, «sono tutte menzogne», quelle che si leggono nelle 24 pagine di ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Valentina Giovanniello, misura che ha sospeso per un anno dall’attività di insegnamento suor Josi Sapi e suor Loyola Dionel, indonesiane, e suor Genovina Barete e la madre superiora, Anna Porrari.
La Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, ha raccolto un quadro inquietante a carico delle tre monache che gestivano i 19 alunni dell’asilo ed ha chiesto l’arresto anche per la superiora, ritenendo che poteva fermare le violenza e non lo ha fatto. Ma il gip ha inteso non mandare ai domiciliari nessuna delle quattro religiose ritenendo che basti impedir loro di frequentare i bambini. Le accuse sono gravissime. Botte sulla testa, tirate di capelli, spintoni, schiaffi, manine schiacciate contro i banchi. E percosse nelle parti intime per alcuni dei piccoli. Un bambino è tornato a casa con i genitali arrossati, un’altra con i capelli strappati sui vestiti, un’altra ancora con dei lividi. Ma non è tutto.
Le suore, secondo i bimbi, usavano praticare un tipo di punizione che sembrava seppellita in un tempo che non dovrebbe esistere più.