Luana Ricca, suicida a causa dell'odio dei colleghi al lavoro. "Era un brillante chirurgo"

Venerdì 3 Febbraio 2017 di Marcello Ianni
Luana Ricca
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Mamma, chirurgo d’eccellenza, più di 1500 interventi eseguiti e una formazione tra Roma e Parigi. Luana Ricca il 29 dicembre 2015 si è tolta la vita poiché, secondo il fratello Francesco, «oppressa da un sistema sanitario italiano che non le ha permesso di esercitare il suo talento». Il suicidio mentre lavorava all’ospedale di Sulmona, con la possibilità di operare anche all’Aquila. Una soluzione da pendolare che non la soddisfaceva.

Ora l’inchiesta fa un passo in avanti. Questo grazie a ulteriori accertamenti disposti dal Gip, Guendalina Buccella, che a novembre scorso aveva accolto la richiesta degli avvocati (Piera Farina, Cristina e Carmelo Calì, questi ultimi due del Foro di Catania), nominati di fiducia dalla famiglia della brillante chirurga 38enne, catanese. Nel frattempo sono state effettuate verifiche sui contenuti dei dispostivi elettronici in precedenza sequestrati ma mai visionati. Nei giorni scorsi sono stati iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di «istigazione o aiuto al suicidio», due medici che a vario titolo hanno lavorato con la giovane chirurga, il primo ex chirurgo dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il secondo chirurgo dell’ospedale Santissima Annunziata di Sulmona.



L’iscrizione tecnica sul registro degli indagati dà appunto la possibilità al consulente della Picardi, il dottor Domenico D’Orazio di visionare il contenuto di ciò che la Ricca ha memorizzato sul proprio personal computer, sulle chiavette usb e sul telefonino cellulare, prima di suicidarsi, impiccandosi nel balcone di casa, nella zona della Villa Comunale. Sarà molto probabilmente il contenuto dei dispositivi a indirizzare definitivamente l’inchiesta.

Costretta ad emigrare in Francia, (il caso di Luana fu preso da esempio come uno dei tanti “cervelli in esilio”, come lei stesso lo definì) la Ricca riuscì a trovare una realizzazione professionale. A Parigi, per un decennio, ha operato nel primo centro francese di trapianti di fegato e di chirurgia epato-biliare. Una laurea a tempo di record ed una brillante carriera e svariate pubblicazioni, non le sono bastati per trovare, secondo i suoi familiari, la gratificazione professionale nel suo Paese nonostante fosse “approdata” presso la Asl dell’Aquila-Avezzano-Sulmona. Della vicenda è stato interessato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Ultimo aggiornamento: 20:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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