Roma, terrorismo: condannato a 9 anni il "pirata" Giulio Lolli

Lunedì 28 Febbraio 2022 di Michela Allegri
Roma, terrorismo: condannato a 9 anni il "pirata" Giulio Lolli

Per il “pirata” Giulio Lolli è arrivata una nuova condanna e i reati contestati sono pesantissimi. L’ex imprenditore romagnolo originario di Bertinoro, 56 anni, estradato dalla Libia nel dicembre 2019 e portato in Italia a bordo di un aereo dei servizi segreti, è accusato dalla Procura di Roma di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale e traffico di armi. È stato condannato a 9 anni di reclusione dai giudici della prima corte d’assise della Capitale.

Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco aveva chiesto una pena di 8 anni.

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Nel capo di imputazione si legge che avrebbe avuto un ruolo «direttivo» nell’organizzazione terroristica di matrice islamica Majlis ShuraThuwar Benghazi, nella quale militava in Libia in qualità di «Comandante delle forze rivoluzionarie della marina di Tripoli», e avrebbe messo a disposizione due barche «destinandole al traffico di armi». Negli atti c'è scritto anche che Lolli, con lo scopo di «favorire l’azione dell’associazione Majlis Sura Thuwar Bengasi, attraverso l’utilizzo della barca Mephisto, nella sua disponibilità, e dell’equipaggio», «raccoglieva e introduceva nello Stato, deteneva e cedeva a terzi armi da guerra destinate al rifornimento di unità combattenti della prima linea d’assalto». Per l’accusa, avrebbe fornito quali armi portatili, munizionamento, ma anche granate, bombe, mine, lanciarazzi anticarro, missili anticarro.


Prima di essere estradato in Italia, il “pirata” - è questo il suo soprannome - era detenuto dal 17 dicembre 2017 nel carcere di Mitiga (Tripoli) con l’accusa di terrorismo per la collaborazione fornita al gruppo armato. Lì era stato condannato all'ergastolo. Dalle indagini del Ros era emerso che «da Misurata, Lolli si occupava di garantire alle milizie di Majlis Sura Thuwar Benghazi a Bengasi i rifornimenti di armi». Per la giustizia italiana è stato latitante per 9 anni, da quando era stato indagato a Rimini per associazione per delinquere dopo il fallimento della sua società, la "Rimini Yacht": per questa vicenda è già stato condannato in secondo grado a 4 anni e mezzo di reclusione. 

Trovato in Libia

Erano stati i carabinieri di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore, Davide Ercolani, i primi a trovarlo in Libia. Lolli sparito dopo una fuga rocambolesca nel Mediterraneo ed era ricercato in mezza Europa: da San Marino fino al Nordafrica. La svolta era arrivata con la scoperta di un bonifico bancario dalla Svizzera che portava a un intestatario domiciliato in un residence in Tunisia e ad un conto intestato a uno degli uomini di fiducia del "pirata". Lolli era quindi stato intercettato mentre prendeva accordi per un appuntamento a Tripoli. Al telefono dava indicazioni precise e di chiedeva «cash», soldi contanti. Era il gennaio 2011: su segnalazione della Procura di Rimini, Lolli era stato arrestato dalle forze dell’ordine del colonnello Gheddafi. Con la detenzione, la rivolta in carcere, la militanza con i ribelli e la resistenza era iniziata la sua nuova vita in Libia, fino all’estradizione per traffico di armi.

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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