Latina, uno scheletro in riva al mare: è giallo. Non ha i piedi e non si sa se è uomo o donna

Lunedì 4 Gennaio 2021 di Vittorio Buongiorno
Latina, uno scheletro in riva al mare: è giallo. Non ha i piedi e non si sa se è uomo o donna

È adagiato sulla sabbia bagnata e lambito dalle onde che battono il litorale di Latina da giorni. Uno scheletro. L'hanno trovato ieri all'ora di pranzo a Foce Verde, a un centinaio di metri dal canale Mascarello. Una visione orribile. I piedi non ci sono più. Le gambe sono ossa bianche, lucide, scarnificate. Il busto sembra quello di una mummia.

Il cranio è piegato appena all'indietro, le cavità orbitali guardano in direzione del braccio sinistro e della mano che sono allungati sulla sabbia, come se si protendessero verso la strada litoranea in una disperata richiesta di aiuto.

 

A chi appartengono questi resti? Un uomo? Una donna? Di quanti anni? A qualcuno che abita in zona o che le correnti hanno trasportato per migliaia di chilometri? L'avambraccio e la mano sinistra sono l'arto meglio conservato di tutto il corpo. Sono saponificati e fanno pensare che il cadavere sia rimasto in acqua almeno qualche settimana. Ma sono solo ipotesi. Quando è scattato l'allarme alla centrale operativa della Questura di Latina sul posto sono arrivate le pattuglie di turno della Squadra Volante.

Foce Verde è l'estremità settentrionale della Marina di Latina a meno di un chilometro in linea d'aria dall'ex Centrale Nucleare di Borgo Sabotino. Qui d'estate stabilimenti e ristoranti rigurgitano di gente. D'inverno è il deserto. Nella domenica di zona rossa - in cui si alternano grandine, pioggia e vento a raffiche - è il vuoto assoluto. Gli unici che si avventurano sono quelli che non possono fare a meno di venire a camminare sulla battigia. «Può capitare di trovare un delfino morto, una tartaruga, perfino una mucca, ma un cadavere mai successo» racconta un uomo intabarrato che osserva gli agenti transennare il fazzoletto di spiaggia con il nastro rosso e bianco ancorato a rami portati dal mare. Anche il cadavere è stato ributtato a riva dalle onde che imperversano sul litorale pontino.

«Oggi è niente - commenta un uomo con uno spiccato accento siciliano - il mare è arrivato fin laggiù» dice con la sigaretta all'angolo della bocca, indicando il vialetto di accesso dello Space Time, uno dei locali di Foce Verde. La mareggiata ha buttato all'aria cabine e staccionate, riversato cumuli di sabbia fin quasi sul piazzale. E, anche il cadavere. Lo scheletro è stato ritrovato in mezzo a decine di rape bianche sparse per decine di metri tutto intorno. Un particolare che i poliziotti e i colleghi della Polizia Scientifica arrivati sulla spiaggia hanno messo a referto. Gli ortaggi sono di quelli che vengono coltivati nei campi della zona, lungo il Mascarello. Il canale che con le piogge degli ultimi giorni è al limite: l'acqua si porta dietro tutto quello che trova sugli argini e nei campi limitrofi. Come un raccolto di rape, per l'appunto. O magari un cadavere. Lo scheletro potrebbe arrivare anche da lì.

Scheletro sulla spiaggia a Foceverde, indagini della polizia dopo il ritrovamento

Buttato a mare dal canale e poi riportato a terra, sulla spiaggia, dalla corrente. Se così fosse, magari era stato seppellito in un campo mai pensando ad un simile epilogo. Ma al momento sono solo ipotesi. La Procura di Latina ha aperto una inchiesta. Il pm di turno Marco Giancristofaro oggi affiderà l'incarico per l'esame autoptico alla dottoressa Cristina Setacci. Toccherà a lei fare luce su questo primo mistero del 2021. Un giallo, perché dello scheletro al momento non si sa praticamente nulla. «Non è stato possibile stabilire neppure il sesso dei resti ritrovati» spiega il capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo. «E non sappiamo neanche per quanto tempo il cadavere sia rimasto in acqua». Dai primi riscontri non risultano persone scomparse negli ultimi giorni in provincia di Latina. Gli accertamenti verranno estesi anche ai centri del litorale romano, Nettuno e Anzio in primis. In caso di esito negativo bisognerà guardare molto più lontano. «Potrebbe trattarsi di un profugo portato dal mare fino alle coste del Lazio» ammette uno degli investigatori, ma è troppo presto per dirlo. Non è la prima volta però che il mare e la sabbia restituiscono un cadavere o uno scheletro. L'ultima volta due anni fa a Sabaudia, tra Sacramento e la Bufalara, una dozzina di chilometri più giù rispetto a Foce Verde. Altri due scheletri furono ritrovati sempre a Sabaudia 22 anni fa, ma in quel caso erano i resti di soldati morti durante il secondo conflitto mondiale e subito dopo. Stavolta la morte è molto, molto più recente.

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Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA