Lanciano, in coma dopo il pugno, la mamma: «Temo che non si svegli». Il picchiatore 13enne posta la foto di Pablo Escobar

Lunedì 26 Ottobre 2020 di Serena Giannico
In coma dopo il pugno, la mamma: «Temo che mio figlio non si svegli». Il picchiatore posta la foto di Palbo Escobar

«Gli esami clinici rivelano che c’è un danno. A volte temo che mio figlio non si svegli più. Mi scuso con lui per non averlo protetto abbastanza». E’ passata più di una settimana dall’aggressione, avvenuta lo scorso 17 ottobre, di Giuseppe Pio D’Astolfo, 18 anni, di Lanciano, che un pugno alla testa ha ridotto in stato di coma all’ospedale di Pescara. Le sue condizioni sono stabili. E la mamma del ragazzo, Paola Iasci, dice: «Spero, con tutto il cuore e per tutto l’amore che ho per mio figlio, che torni forte e bello come prima, ma chissà...

Ci sono momenti di buio. Ho paura che non sarà così. Debbo essere forte, lo so. E so anche che in tanti stanno pregando per lui».

Uno scontro violento quello che ha fatto finire il ragazzo in Rianimazione, consumato tra i binari e il piazzale dell’ex stazione ferroviaria Sangritana-Tua, a Lanciano, che fino a quella notte era una sorta di zona franca della città, zeppa di spazzatura e sporcizia, luogo di bivacco. Nell’ultimo fine settimana, però, dopo la tragedia, l’area è stata presieduta dalle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che hanno avuto anche la funzione di deterrente. Anche se, dopo quanto accaduto, quel posto fa paura, anche ai tanti teenager, tra i quali molti minorenni, che vi bazzicavano. Nel frattempo, su quanto accaduto continuano le indagini da parte dei carabinieri. Sono molti gli aspetti da chiarire. Anche il ruolo del 13enne picchiatore, O.D.R., di origini rom, che ha confessato di aver sferrato il terribile pugno che ha messo ko D’Astolfo, ora in condizioni gravissime.

Lanciano, il baby rom sui social: «Non mi importa niente di un italiano in meno»

Il minorenne in caserma ha ammesso le proprie responsabilità, ma sui social e nelle chat a cui è iscritto non pare certo dispiaciuto per quanto successo. «...a ’sto punto anche a me non importa niente di un italiano in meno» dice in una conversazione con un amico. «Ma chi si è messo in mezzo poi?», gli domanda qualcuno sull’app Tellonym e lui: «Nessuno, a me non serve la baby gang, come dicono i giornalisti, io le cose le risolvo petto a petto e tra l’altro loro stavano in 5 e io da solo». Tra le foto postate sui social dall’adolescente anche il criminale colombiano Pablo Escobar, trafficante internazionale di cocaina, di cui adotta il motto “Plata o plomo”, ossia argento (denaro) o piombo (pallottole). Gli investigatori stanno passando al setaccio i telefonini di tutti coloro che sono coinvolti nel fattaccio, per cui finora sono stati denunciati in cinque, per lesioni gravi.

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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