Un caro amico, un professionista che ha dedicato la sua vita alla sicurezza dello Stato di Israele per decenni, anche dopo il suo pensionamento.
Lago Maggiore, la paura e le preghiere sul barcone: le ultime ore delle vittime del naufragio
Queste le parole usate dall'intelligence israeliana per descrivere Erez Shimoni, 53 anni, agente in congedo morto insieme a due 007 italiani e alla moglie dello skipper, nel naufragio di una barca turistica sul Lago Maggiore, a Lisanza, in provincia di Varese, sulla quale si trovava in compagnia di altri dodici agenti del Mossad e otto dell'Aise, per annunciare il rientro della sua salma in Patria, questa mattina, a una manciata di ore dal funerale celebrato alle 14 (ora italiana), blindato e con divieto di accesso alla stampa.
LA TRAGEDIA
Proprio la presenza di un ex agente, ufficialmente non più operativo sul campo ma a detta della sua stessa agenzia «dedicato alla sicurezza del Paese» anche successivamente, contribuisce a tratteggiare la cornice nella quale si sarebbe svolta la gita in barca finita in naufragio, ovvero una serie di incontri per scambiarsi procedure di intervento, aggiornamenti operativi tra agenzie e poi la voglia di prendersi qualche ora di relax prima di ripartire, niente a che vedere con spionaggio reciproco o iniziative personali.
Tracce di eventuali incontri operativi tra i due servizi di intelligence, sui quali ovviamente viene mantenuto il più stretto riserbo, potrebbero trovarsi a bordo della "Goduria", per la quale però il recupero si sta rivelando molto difficile.
LE INDAGINI
Lo skipper, già sentito dai carabinieri e dal pubblico ministero Massimo De Filippo, provato per la morte della sua compagna, Anya Bozhkova, 52 anni, morta insieme a Shimoni e ai due 007 italiani, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, di 62 e 53 anni, entrambi sposati con figli, è ancora sconvolto per l'accaduto e non si dà pace. Sia lui che gli altri sopravvissuti, dodici agenti israeliani e sei italiani, a quanto emerso sono stati ascoltati dai carabinieri una volta a terra e hanno dato la medesima versione dell'accaduto: il vento improvviso, forte «mentre rientravamo da un pranzo sulle isole Borromeo» e la barca che «poco dopo si è capovolta, scaraventandoci in acqua».
Non ci sarebbe però stato modo di sentire nuovamente gli agenti del Mossad, vista la repentina ripartenza a bordo di un jet privato per «trasporti sensibili», arrivato direttamente da Israele, così come per quelli italiani, che avevano la necessità di rientrare immediatamente. Le autopsie sui corpi delle vittime, a quanto emerso, al momento non sono state ritenute necessarie, dopo l'esame del medico legale che ne ha accertato il decesso per annegamento.
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