Il bodyguard dei vip travolto e ucciso da un ubriaco al volante

Lunedì 22 Ottobre 2018 di Alessia Marani
Il bodyguard dei vip travolto e ucciso da un ubriaco al volante

Stava tornando a casa dal lavoro, dopo essere stato di scorta ad alcune personalità ospiti del principe saudita a Roma: Jacopo Bruni, bodyguard dei vip, 50 anni, in sella al suo Vespone Px azzurro del 78, è morto in un tragico schianto con una Peugeot 207 nella notte tra sabato e domenica sulla passeggiata del Gianicolo. Al volante dell'utilitaria c'era un giovane di 21 anni, Giulio M., della Magliana, ubriaco e drogato, risultato positivo ai test tossicologici e per questo arrestato dai vigili e portato in carcere su disposizione del pm per omicidio stradale aggravato.

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Bruni è la vittima numero 109 sulle strade di Roma dall'inizio dell'anno. Nello scontro sono rimaste coinvolte anche una Bmw che procedeva dietro allo scooterone e un'altra Peugeot parcheggiata in strada. Ancora da chiarire la dinamica esatta dell'incidente, un frontale, avvenuto poco prima delle 4, su cui stanno lavorando gli agenti di Polizia locale del Gruppo Aurelio. Fondamentale sarà la testimonianza del conducente della Bmw, anche lui indagato. La strada è rimasta chiusa fino alle 11,30 di ieri per consentire i rilievi.
 

 

Da quanto ricostruito, la Peugeot proveniente da piazzale Garibaldi stava scendendo verso piazza della Rovere quando all'altezza di piazzale del Faro ha impattato il Vespone. Non è chiaro se il centauro fosse intento in una manovra di sorpasso («anche se - dice un familiare di Jacopo - in salita e in prossimità della curva è difficile che il Vespone abbia tanta potenza») e se e come Giulio abbia perso il controllo dell'auto; probabilmente la Peugeot andava veloce perché non è riuscita a frenare per tempo. Jacopo è stato travolto, sbalzato addosso alla Bmw, il Vespone ridotto a un ammasso di lamiere, i pezzi sono volati a metri di distanza. Sul posto è arrivata una pattuglia dei carabinieri che era in zona e che ha allertato le ambulanze, prendendo in custodia la pistola di Bruni. Giulio e gli altri amici che erano in auto con lui, due ragazzi, F. R. e M. I, e due ragazze, R. P. e G. P., sono stati trasportati agli ospedali San Camillo e Santo Spirito in codice rosso e giallo, ma nessuno è grave. Anche Bruni è stato portato al San Camillo, ma per lui non c'è stato scampo: un'ora dopo è deceduto.
 


LA CARRIERA
Il bodyguard lascia la moglie Maria Rita e i due figli, Carola di 12 anni e Giovanni di 9. Dopo il matrimonio, nel 2004, la coppia aveva acquistato un negozio di calzature in via Paola Falconieri, a Monteverde, e si era trasferita nel quartiere. Da ragazzo aveva vissuto al Salario, poi era stato a Taranto per laurearsi in Biologia marina e maricoltura. Il mare era la sua grande passione, era un subacqueo qualificato e all'epoca dell'Università aveva il compito di immergersi per monitorare gli allevamenti di ostriche e cozze. Ma aveva anche un altro sogno: quello di diventare un contractor, desiderio che presto avrebbe segnato la sua strada. «Tra i professionisti delle scorte - spiega l'amico Franco Cecconi, presidente dell'Associazione italiana sicurezza sussidiaria Aiss- Bruni era senz'altro uno dei migliori, non solo in Italia ma anche all'estero dove aveva svolto diverse missioni. Una persona assolutamente preparata, sempre pacata e molto umile. Una grave perdita in un mondo che aspetta ancora una esatta codificazione». Bruni presto sarebbe partito per Singapore. In passato aveva fatto da bodyguard a diverse personalità, istituzionali e delle celebrity.

Una foto su Facebook lo ritrae con Valeria Marini, ma era stato accanto anche a Manuela Arcuri e a Gabriel Garko. Era stato al servizio della famiglia Angelini, leader nella farmaceutica. Recentemente aveva provveduto alla security di una delle donne più ricche al mondo, a bordo del suo yacht ancorato a Venezia e ancora prima a Miami, a vegliare sul restauro di una delle più grandi navi da crociera. «Nulla per lui sembrava impossibile - dice il cognato, carabiniere - era uno speleo, un abile pilota di moto e jeep, uno skipper d'eccezione, soprattutto era un buono che non meritava di finire così. A prescindere dall'inchiesta, chi si mette al volante dopo avere bevuto o assunto droghe sa che potrà essere un pericolo per gli altri».
 

Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 00:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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