Violenza sulla figlia piccola, il perito: «Non sapeva quello che faceva»

Giovedì 21 Luglio 2022 di Alessandro Misson
Violenza sulla piccola, il perito: «Non sapeva quello che faceva»

Servirà un'altra perizia sullo stato di salute mentale del 48enne teramano, padre di famiglia, separato, accusato dalla moglie e dalla figlia maggiore di aver tentato di abusare della figlia più piccola, minore di sedici anni, e per questo arrestato lo scorso autunno su ordine della procura di Teramo con l'accusa di violenza sessuale su minore, aggravata dai legami di parentela.


Già dichiarato incapace d'intendere e volere al momento dei fatti contestati da una prima perizia eseguita dallo psichiatra Giuseppe Cimini (consulente nominato dalla procura), il 48enne è stato scarcerato lo scorso 15 febbraio, ma da quel momento non è tornato in libertà: è ospite di una comunità protetta fuori città, in attesa della chiusura delle indagini del pm Francesca Zani.

Indagini che al momento sono però congelate in attesa di valutare la sua capacità processuale. Assistito dall'avvocato d'ufficio Massimo Tiberio, l'indagato è in attesa di una nuova valutazione psichiatrica richiesta al gip Lorenzo Prudenzano. La richiesta è stata accolta e nei prossimi giorni sarà fissata l'udienza per affidare una nuova consulenza sullo stato attuale del 48enne. Bisognerà stabilire se l'uomo possa o meno affrontare il resto della fase d'indagine preliminare ed eventualmente un processo per i fatti contestati. Per poi puntare ad ottenere un'assoluzione basata sull'incapacità d'intendere e volere con la quale accedere a un percorso terapeutico pluriennale di recupero.


La vicenda della tentata violenza sessuale è emersa lo scorso anno da una denuncia della madre e della sorella che hanno raccolto il racconto della figlia adolescente. Al momento dei fatti i genitori erano già separati e pare che l'uomo avesse già manifestato i primi segni di disagio. La procura dopo la denuncia da Codice Rosso ha istruito un fascicolo con il padre indagato che ha portato a novembre dello scorso anno ad un incidente probatorio, nel corso del quale la minore è stata ascoltata in udienza protetta con gip e pm alla presenza di psicologi, consulenti e avvocati. Una procedura standard utilizzata per acquisire il suo racconto dei fatti prima dell'eventuale processo, nel corso del quale non sarà più chiamata a testimoniare, esponendosi al trauma di rivivere il fatto. Secondo la difesa, l'indagato, separato dalla moglie e con problemi di natura psichiatrici che nel frattempo sarebbero anche peggiorati, non si sarebbe mai neppure reso conto del tentativo di violenza perpetrato ai danni della più piccola.
 

Ultimo aggiornamento: 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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