Imane Fadil, i primi esami: «Nessuna traccia di radioattività». Ora l'autopsia

Giovedì 21 Marzo 2019
Imane Fadil, i primi esami non evidenziano la presenza di radioattività: ora l'autopsia
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​Imane Fadil, dalle prime analisi sui campioni dei tessuti degli organi prelevati a una delle testimoni del processo Ruby non è emersa alcuna evidenza macroscopica di radioattività. È quanto riferiscono fonti qualificate. Anche nella sua casa non sarebbe stata trovata alcuna sostanza sospetta. Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby, è morta per cause ancora da accertare dopo un lungo ricovero all'Humanitas di Rozzano: «Non sono state trovate sostanze sospette che possano spiegare la presenza di valori alti, ma non letali, di metalli nel corpo dell'ex modella», spiegano fonti investigative.


 


Si tratta di un'importante svolta nell'inchiesta del procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano titolare dell'inchiesta per omicidio volontario contro ignoti per la morte sospetta dell'ex modella che ha svelato il 'bunga bunga' nella villa dell'ex premier Silvio Berlusconi. Questo dato scientifico fa cadere definitivamente l'ipotesi che Imane Fadil sia morte per avvelenamento da radioattività. Restano in piedi le altre due ipotesi: avvelenamento da metalli o morte per malattia rara.

Il pm: l'indagine va avanti. Va avanti con l'ipotesi di avvelenamento da metalli l'inchiesta della procura di Milano sulla morte di Imane Fadil, deceduta lo scorso primo marzo dopo atroci sofferenze. È quanto è stato riferito dagli inquirenti dopo che i primi esiti dei prelievi di ieri hanno escluso tracce di radioattività.
L'autopsia vera e propria verrà effettuata nei prossimi giorni, forse già sabato.




Antimonio, cadmio, molibdeno e cromo nel sangue. «Le abbiamo cercate, ma non abbiamo trovato nulla», che possa ricondurre ad antimonio, cadmio, molibdeno e cromo trovato nel sangue trasfuso due volte e nelle urine. Alcune sostanze, in forma di sale, non sarebbero così difficili da reperire, ma nulla è stato trovato che possa far ipotizzare che la giovane, che ha svelato il bunga bunga nella villa dell'ex premier Silvio Berlusconi, possa aver volontariamente assunto queste sostanze.

«Il suo stile di vita non giustifica valori particolari di metalli», non anomali per chi lavora per anni a contatto con certe sostanze. Sulla morte sospetta, su cui indaga la procura di Milano con l'ipotesi di omicidio volontario contro ignoti, restano aperte tre ipotesi: il decesso legato alla presenza di elementi radioattivi (strada che potrebbe essere abbandonata con l'arrivo nel pomeriggio dei dati tecnici), la morte per avvelenamento da metalli o una malattia rara. 



Terminati i prelievi sulla salma. I prelievi sulla salma di Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby, alla ricerca di eventuali tracce di radioattività sono terminati dopo un lungo lavoro da parte degli super esperti di fisica nucleare e dei vigili del fuoco guidati dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo. Gli esiti sono stati affidati a due esperti del Dipartimento di fisica dell'università Statale di Milano, che successivamente dovrebbero essere riconfermati dall'istituto Enea a Roma, confermano fonti della Procura.

L'operazione iniziata ieri nel laboratorio di Medicina legale ha riguardato gli organi interni, in particolare fegato e reni, dove oltre a eventuali tracce di radioattività potrebbe essere presente la 'vera' concentrazione di metalli trovati in «valori elevati ma non mortali» nel corpo dell'ex modella morta all'Humanitas, dopo circa un mese di agonia, per cause da accertare. Gli organi, a differenza delle urine e del sangue trasfuso due volte - conservano i livelli di metalli: partendo da questi dati il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan potrebbero escludere un'ipotesi investigativa sul decesso sospetto di Imane Fadil: «se dovesse essere escluso l'omicidio per radioattività, resta l'ipotesi di morte per avvelenamento da metalli o per una malattia rara».

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 19:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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