Non vuole andare a scuola, la madre lo picchia a colpi di mattarello

Giovedì 6 Marzo 2014 di Elena Ceravolo
Non vuole andare a scuola, la madre lo picchia a colpi di mattarello
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ROMA - Colpi di mattarello e morsi per il figlio tredicenne che non ne voleva sapere di andare a scuola. E ora una casalinga 40enne di Guidonia (Roma) dovrà rispondere di abuso di mezzi di correzione e lesioni. Ad accusarla lo stesso figlio che, non appena arrivato in classe, ha fatto vedere ad una professoressa i segni sulle braccia lasciati dalle botte che aveva preso poco prima a casa.



Una confidenza che ha fatto scattare i dirigenti dell'istituto: è stata subito avvisata la polizia. Dai banchi il tredicenne è finito immediatamente al pronto soccorso dell'ospedale di Tivoli per il referto: sette i giorni di prognosi. E poi in commissariato dove sono scattate tutte le verifiche, coordinate dal dirigente Maria Chiaramonte. È stato il ragazzino stesso a indicare gli investigatori con cui voleva parlare: quelli che di recente erano andati proprio nella scuola per una lezione speciale del ciclo «Poliziotto, un amico in più», un filo diretto con gli alunni portato avanti ormai da più di due anni dal team speciale anti-violenza guidato dall'ispettore superiore Davide Sinibaldi.



LA CONFESSIONE

Secondo una prima ricostruzione, fatta ascoltando la vittima in modalità protetta, l'altra mattina la mamma non avrebbe voluto sentire ragioni davanti alla richiesta del figlio di rimanere a casa perché non stava bene. Una scusa per lei quel «mal di pancia», visto che non era la prima volta. Per questo alla fine sarebbe passata alle maniere forti per convincere il figlio ad andare a lezione. Con un mattarello. I morsi sulle braccia sarebbero arrivati poi, per liberarsi dalla stretta del ragazzo che l'avrebbe cinta per bloccarla. «Il bambino è molto seguito e coccolato», avrebbe detto il padre, un operaio quarantenne, convocato in commissariato insieme con la moglie.



La donna ha pianto, probabilmente non si aspettava che la sfuriata della mattina sarebbe finita al vaglio della polizia. I reati ipotizzati, dopo il referto del pronto soccorso, sono tra quelli procedibili d'ufficio: significa che la denuncia scatta automaticamente. Ora il ragazzino è stato affidato al padre con l'obbligo di vigilare sulla situazione. Contestualmente il caso è stato segnalato ai servizi sociali del Comune di Guidonia che, entro 40 giorni, dovranno presentare al tribunale dei minori una relazione in base alla quale saranno valutati gli eventuali passi successivi.
Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 09:43

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