Aprilia, rapina al Golf Club: si uccide il custode presunto basista. Indagini sui colpi nella villa di Lanza

Giovedì 11 Marzo 2021 di Marco Cusumano e Raffaella Patricelli
Aprilia, rapina al Golf Club: si uccide il custode presunto basista. Indagini sui colpi nella villa di Lanza

Un colpo di fucile alla testa. Così si è ucciso il custode dell'ex Golf Club di Aprilia, dopo aver fatto entrare i carabinieri arrivati per effettuare una perquisizione nell'enorme tenuta a 50 chilometri da Roma.
Martedì pomeriggio l'uomo, un 33enne originario dello Sri Lanka, si trovava nella tenuta in via Cogna 5 quando sono arrivati i militari con un mandato di perquisizione. I carabinieri hanno iniziato le operazioni setacciando la struttura, chiusa da tempo, quando improvvisamente il custode si è appartato in uno dei locali, ha afferrato un fucile e si è ucciso sparandosi alla testa. Tutto è avvenuto molto rapidamente, i carabinieri si sono trovati davanti alla terribile scena, senza avere neppure il tempo di intervenire. Nei locali utilizzati dal custode, i militari hanno scoperto un arsenale composto da fucili e pistole, ma anche una piccola quantità di cocaina e marijuana.
Sequestrate due pistole calibro 22, una pistola calibro 6 e altri 3 fucili calibro 12, uno dei quali utilizzato dal 33enne per togliersi la vita.

Tutte le armi risultano rubate, secondo gli investigatori l'uomo si occupava anche di montare artigianalmente le armi per poi nasconderle. Nei locali sono stati sequestrati anche 3 grammi di cocaina e 10 di marijuana.

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I militari di Aprilia, diretti dal tenente colonnello Riccardo Barbera, avevano organizzato la perquisizione nell'ambito delle indagini in corso sulla clamorosa rapina avvenuta l'11 luglio dello scorso anno ai danni dei proprietari, i coniugi romani Paolo e Marina Lanza. I due furono immobilizzati da una banda composta da cinque rapinatori incappucciati. Era un sabato sera quando, intorno alle 22.30, i malviventi fecero irruzione armati di coltelli, dopo aver legato gli imprenditori, insieme al domestico singalese, rubarono una pistola calibro 9, una carabina calibro 12 e le chiavi di due auto: una Mercedes Clk e un Fiat Doblò. I malviventi si fecero consegnare le chiavi dell'abitazione della famiglia nel quartiere Parioli a Roma. Solo un membro della banda rimase di guardia ad Aprilia mentre gli altri quattro andarono dritti ai Parioli, entrando nell'appartamento e portando via 7.000 euro in contanti dalla cassaforte, oltre ad alcuni gioielli.


LA TALPA
Le modalità del colpo e le dettagliate informazioni in possesso degli autori portarono subito gli investigatori a ipotizzare la presenza di un basista in grado di fornire tutti gli elementi utili per mettere a segno la rapina. Non è escluso che la talpa sia proprio il custode che si è tolto la vita martedì. Per adesso si tratta soltanto di una delle ipotesi al vaglio dei militari che mantengono un totale riserbo vista la delicatezza dell'indagine, specialmente in questo momento. Di certo le armi sequestrate nel club non sono dello stesso tipo di quelle utilizzate durante la rapina, ma sono in corso gli accertamenti tecnici. Al momento della rapina era presente anche il 33enne singalese che, secondo la testimonianza dei coniugi, fu picchiato dalla banda. E' possibile che l'aggressione sia stata una messa in scena per non destare sospetti? Di certo, in tutti questi mesi, il 33enne ha continuano a svolgere il suo ruolo di custode del club e i carabinieri hanno continuano a tenerlo d'occhio.


L'IMPRENDITRICE
Marina Tugnoli Lanza è molto conosciuta ad Aprilia. Nel 1988 aprì il circolo del golf con il marito Paolo, all'epoca si chiamava Eucaliptus. In breve tempo diventò un punto di riferimento, attirando molti vip romani per serate mondane oltre che per eventi sportivi. Dopo anni di lustro, il declino e la chiusura nel dicembre 2019. Così Marina Lanza raccontò la drammatica rapina: «Credo fossero italiani, alti, ben vestiti e palestrati. Tutti completamente in nero, di età compresa tra i 30 e i 35 anni. Quella sera siamo stati picchiati, mi hanno anche strappato gli orecchini che indossavo. Uno non riuscivano a sfilarlo dal lobo e ad un certo punto si è parlato addirittura di utilizzare delle forbici. Ho gridato e fortunatamente alla fine è venuto via dall'orecchio».

Ultimo aggiornamento: 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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