Omicidio Giusy Potenza, il cugino condannato a 30 anni chiede perdono ma la famiglia gli risponde così: «Solo a una condizione»

L'avvocato dei parenti della ragazza: «Molti elementi emersi nel corso del procedimento già all'epoca dei fatti portarono a ipotizzare la presenza di complici»

Sabato 27 Maggio 2023
Omicidio Giusy Potenza, il cugino condannato a 30 anni chiede perdono ma la famiglia gli risponde così: «Solo a una condizione»

Ha ucciso sua cugina Giusy Potenza dopo averla sfigurata. Ora ha chiesto perdono alla famiglia di Giusy che quando è stata uccisa aveva 14 anni.

La famiglia della vittima ha sempre sospettato che ci fossero dei complici. 

Uccise la cugina e ora chiede perdono. La famiglia: «Devi dirci chi erano i tuoi complici»

Giovanni Potenza è stato condannato per quell'omicidio commesso nel 2004 a Manfredonia, in provincia di Foggia.

Dal carcere in cui è detenuto dopo una condanna definitiva a 30 anni di reclusione, l'uomo ha chiesto di essere perdonato dalla famiglia di Giusy, sua cugina di secondo grado.

A riferirlo è l'avvocato Innocenza Starace che assiste i parenti di Giusy, tra cui il nonno materno della vittima.

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Quest'ultimo fa sapere, attraverso il suo legale, di essere «disposto a perdonare l'assassino di sua nipote solo se rivelasse chi sono i suoi complici». Del coinvolgimento di altre persone nell'omicidio è convinta anche Starace: «Anche sotto il profilo giudiziario, sebbene il processo si sia concluso con una pesante condanna - evidenzia - molti elementi emersi nel corso del procedimento già all'epoca dei fatti portarono a ipotizzare la presenza di complici». Potenza, 46 anni, è in carcere dal 2004 dopo essere stato condannato in via definitiva a 30 anni perché accusato di aver ucciso la 14enne, di averla sfigurata e poi di avere abbandonato il corpo su una scogliera.

L'omicidio di Giusy

Era il pomeriggio del 12 novembre del 2004 quando la studentessa Giusy Potenza uscì di casa senza mai più fare rientro. Il giorno seguente i familiari sporsero denuncia alla polizia e nello stesso giorno venne ritrovato il corpo della giovane. Il movente non venne mai accertato. Secondo l'avvocata Starace «si trattò di un omicidio al termine di un atto di violenza sessuale nei confronti della 14enne». 

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