Giulia Tramontano, chi era la 29enne uccisa dal fidanzato. Solo poche settimane fa l'acquisto del corredo per il suo bambino

Agente immobiliare, si era trasferita da Sant'Antimo in Lombardia ma tornava spesso nel suo Comune di origine

Giovedì 1 Giugno 2023 di Stefania Piras
Giulia Tramontano, chi era la 29enne uccisa dal fidanzato. Solo poche settimane fa l'acquisto del corredo per il suo bambino

Giulia Tramontano aveva 29 anni. Nel foglio compilato dalla famiglia in quelle ore d'angoscia in cui Giulia non si trovava c'è l'identikit della ragazza uccisa dal fidanzato sabato notte. Alta 1,68, peso 68 kg, capelli chiari lunghi. Si vede la foto di Giulia che guarda dritta verso l'obiettivo, il sorriso appena accennato, l'arco delle sopracciglia che le disegnano uno sguardo curioso e discreto. Proteso verso il futuro. Mancavano solo due mesi e poi il futuro di Giulia sarebbe stato travolto dalle novità: la sua maternità, l'arrivo del primo figlio. E invece in una notte sola il suo passato è stato sfigurato dalle bugie e il suo futuro, e quello di un bambino che stava per nascere, recisi per sempre. Perché Giulia Tramontano è stata uccisa dal suo fidanzato: Alessandro Impagnatiello, un ragazzo di 30 anni che fa il barman in un albergo di lusso a Milano. 

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Giulia Tramontano, nata in Campania poi il trasferimento a Senago

Mamma Luciana e papà Franco campani, frattesi, una sorella, Chiara e un fratello, Mario. Alla trasmissione "Chi l'ha visto?" la madre è apparsa comprensibilmente molto agitata. Aveva detto che la sua famiglia è molto unita e che non era da lei non dare notizie di sé. Giulia faceva l'agente immobiliare. Era nata in Campania, a Sant’Antimo , in provincia di Napoli, ma da cinque anni era residente a Senago, in provincia di Milano.

In una foto con il padre si vede il suo braccio sinistro interamente ricoperto di tatuaggi, come anche nello scatto in riva al mare dove si è fatta fotografare in costume mentre con la mano si sfiora la pancia. La sorella Chiara, durante la fase delle ricerche, ha spronato chiunque via social a fermarsi su questi due dettagli: quel pancione e quel braccio tatuato, segni inconfondibili di lei. 

Una vita apparentemente stabile: il lavoro, la palestra, lo shopping, i viaggi verso Sant'Antimo dove ci sono ancora zie e cugini. Anche la sua relazione, in prima battuta, era stata definita stabile. In realtà, i magistrati che indagano sull'omicidio di Giulia hanno dichiarato in conferenza stampa che la ragazza aveva già sopportato comportamenti violenti da parte del compagno che, ed è un ulteriore elemento che emerge dalle indagini, quando l'ha incontrata per l'ultima volta aveva già in testa l'idea di ucciderla. Aveva cercato su internet come commettere il delitto e come sbarazzarsi del corpo. Quella frenesia bella dovuta alla gravidanza, che molti in queste ore ricordano di lei, forse non era speculare allo stato d'animo di quell'uomo diventato assassino, che si è autoproclamato libero dopo aver accoltellato più volte Giulia (e tentato di darle fuoco, una volta uccisa). 

Giulia era preoccupata? C'era un pensiero fisso e oscuro che la assillava? Perché la mamma a un certo punto su Whatsapp le chiede: «Cosa è successo stavolta?». Viene da domandarsi cosa era accaduto, allora, tutte le altre volte.  Domenica mattina la donna ha scritto alla figlia, era già preoccupatissima e deve aver cercato di affidarsi alle abitudini, al lessico famigliare, per non impazzire.

«Ogni domenica ci facciamo una telefonata di una bella mezz'ora - ha detto nell'intervista - appello lanciato attraverso i microfoni di "Chi l'ha visto" quando Giulia era ancora solo scomparsa -  alle 9 le avevo mandato una foto buffa e non ha risposto, l'ho cancellata pensando che non la facesse ridere, poi le ho scritto "sono in pensiero, fatti sentire" e da lì non ho più avuto risposta». 

Gli investigatori hanno cercato di capire quali fossero i turbamenti di Giulia. «Scossa e turbata», sono gli aggettivi che avrebbe usato lei in un messaggio inviato su Whatsapp a un'amica. Aveva scoperto il tradimento di Alessandro con una ragazza che, come lei, era rimasta incinta di lui e poi però aveva abortito. Ha scoperto tante, troppe cose tutte insieme, in un momento in cui era concentrata a pensarne altre, così diverse. Tutine, bavaglini, corredi. Nomi. Forse aveva scelto di chiamare suo figlio Thiago.

Thiago è il nome maschile che compare scritto accanto al nome di Giulia in un bigliettino scritto dai suoi famigliari e lasciato sul luogo dove è stato ritrovato il corpo della ragazza. (In basso la foto del fratello Mario che si avvicina al punto dove è stato scoperto il cadavere della sorella e dove lui lascerà il biglietto e dei fiori)

 

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L'acquisto del corredino a Sant'Antimo

Struggente il ricordo di Tonia, una negoziante di Sant'Antimo che le aveva venduto solo poche settimane fa il corredino per il figlio. Accappatoio, bavette, lenzuola e tutti quegli oggetti minuscoli e morbidi che servono per avvolgere un neonato. «Era dolcissima, solare, molto bella, curatissima, andava in palestra, è venuta qua con la mamma e la sorella per comprare tutto il necessario per il bambino che stava aspettando: era contenta», racconta Tonia spiegando di essere sconvolta per quello che è successo.

«A pensare che in una delle scorse settimane eri qui da noi per il corredino  quante risate fatte,quanta gioia nel cuore per la nascita del tuo piccolo bambino, quanta gioia nel tuo cuore di diventare mamma, quanta felicità negli occhi di tua mamma nel diventare nonna», scrive la commerciante mandando un abbraccio a mamma Luciana. Il comune di Senago ha proclamato il lutto cittadino, ma anche a Sant'Antimo sono sotto choc. Quella ragazza che così spesso tornava a trovare amici e parenti non c'è più. 

Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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