SENAGO

Giulia Tramontano colpita con 37 coltellate, due fatali al collo: ecco l'esito dell'autopsia. L'ipotesi dei pm: «Impagnatiello si è accanito sul feto»

Da un punto di vista giuridico, la posizione del piccolo Thiago potrebbe cambiare nel caso in cui, al momento dell'omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, fosse iniziato il travaglio

Venerdì 9 Giugno 2023

I pm danno il nulla osta alla sepoltura della salma di Giulia

La Procura di Milano, dopo che oggi è stata effettuata l'autopsia, ha dato il nulla osta alla sepoltura della salma di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa con almeno 37 coltellate da Alessandro Impagnatiello, il fidanzato barman di 30 anni. «Per avere la disponibilità della salma serve qualche giorno, anche per poter organizzare il rito funebre a Giulia e al piccolo Thiago.

La metà della prossima settimana speriamo di avere il corpo per poter provvedere ai funerali», aveva spiegato stamani l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia della giovane. Il legale, da quanto si è saputo, nel pomeriggio ha incontrato in Procura il procuratore Marcello Viola, l'aggiunto Mannella e il pm Menegazzo anche per discutere dei primi esiti dell'autopsia.

L'esito dell'autopsia

Dai primi esiti dell'autopsia, eseguita e conclusa oggi dai medici legali nelle indagini dei carabinieri, coordinate dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, e seguite direttamente anche dal procuratore di Milano Marcello Viola, è emerso che la giovane è stata colpita almeno con 37 fendenti. Con analisi ulteriori, infatti, ne potrebbero essere individuate anche altre, fino a quasi una quarantina in totale. Due quelle letali: una che ha reciso la carotide e l'altra sempre nella zona del collo e che ha colpito l'arteria succlavia. Non si può ancora dire con certezza (solo le relazioni successive potranno stabilirlo) se Giulia sia stata aggredita alle spalle, ma è una delle ipotesi prevalenti. Risulta certamente che non ci sono segni di lesioni da difesa da parte della 29enne. Una coltellata l'ha raggiunta anche al volto, nella zona del sopracciglio, e un'altra ancora ha perforato un polmone. Almeno due sono state inferte alla schiena. La Procura ha già contestato nella richiesta di custodia cautelare, oltre che la premeditazione, anche l'aggravante della crudeltà (non riconosciuta dal gip). Le relazioni autoptiche che saranno depositate nelle prossime settimane dovranno chiarire anche quante e quali siano le coltellate che potrebbero essere state inferte dopo che Giulia era già morta. Ad ogni modo, questa dinamica di omicidio rafforza l'ipotesi della crudeltà. Difficile, con le analisi effettuate oggi, datare il delitto - che dovrebbe essere avvenuto, stando alle indagini svolte finora, tra le 19 e le 20.30 di sabato 27 maggio - perché le ustioni hanno alterato i tessuti e non ci sono macchie ipostatiche. Tutte le altre risposte, tra cui gli esiti degli esami tossicologici, quelli sul feto e, ad esempio, se il corpo sia stato bruciato quando era già morta (è uno dei quesiti), potranno arrivare solo col deposito delle relazioni finali affidate ad un pool di medici legali e specialisti.

 

 

 

 

Difficile datare l'omicidio

Risulta una seria difficoltà a datare l'omicidio di Giulia Tramontano per la presenza sul corpo di ustioni che hanno alterato i tessuti. È uno dei primi esiti dell' autopsia sul corpo della 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, che poi ha tentato di bruciare il corpo per due volte.

L'autopsia: almeno 37 coltellate

Giulia Tramontano è stata colpita con almeno 37 coltellate, di cui due letali nella regione del collo, una ha reciso la carotide. Non ci sono segni di difesa. Sono questi i primi esiti dell' autopsia svolta sul cadavere della 29enne incinta di 7 mesi uccisa da Alessandro Impagnatiello. Le coltellate sono state inferte quasi tutte nella parte alta del corpo, una anche al volto e una ha perforato un polmone. Non risultano segni di coltellate al ventre.

L'ipotesi dei pm: «Impagnatiello si è accanito sul feto»

Tra le ipotesi avanzate dai pm, anche quella che il barman 30enne «si sia accanito sul feto, per essere certo di averlo ucciso insieme alla mamma»

Autopsia in corso a Milano

Un mazzolino di fiori rosa di oleandro sono stati lasciati per Giulia Tramontano davanti all'istituto di medicina legale di Milano, dove è in corso da questa mattina l'autopsia sul corpo della 29enne, al settimo mese di gravidanza, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. «Non la conoscevo, ma mi sembrava una cosa carina nei suoi confronti», ha detto la signora che ha portato il piccolo bouquet. «È qua a Milano e ho fatto un salto per omaggiarle una stupidata. Mi ha colpito molto questa storia - ha aggiunto commossa -, prima di tutto perché aspettava un bimbo, e poi non si può ammazzare così una persona. È assurdo».

Il legale dei Tramontano: "Gli esami dei periti dureranno giorni"

«Le operazioni dei periti sono appena iniziate e dureranno sicuramente alcuni giorni». Lo ha detto l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, lasciando l'istituto di medicina legale di Milano, dove è in corso l'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa a Senago, nel Milanese, dal fidanzato Alessandro Impagnatiello. «Nessuna ipotesi può essere ancora avanzata o formalizzata - ha aggiunto -, in una contestazione che poi deve condurre Impagnatiello in Corte d'Assise con il massimo delle aggravanti possibili». Per conoscere la situazione bisognerà attendere l'esito sia degli accertamenti nell'appartamento dell'omicidio, in via Novella, che sono ancora in corso, sia dell'autopsia sia dell'esame sui dispositivi informatici in programma il 15 giugno. Sulle coltellate e la dinamica del delitto, «non siamo ancora in grado» di fornire risposte.

Da un punto di vista giuridico, la posizione del piccolo Thiago potrebbe cambiare nel caso in cui, al momento dell'omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, fosse iniziato il travaglio.

Lo ha spiegato l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima, lasciando l'istituto di medicina legale di Milano dove è in corso l'autopsia di Giulia. «Non sappiamo se sotto lo stress dell'azione omicidiaria, ci possa essere stato un impulso di incremento, per esempio dell'ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione».

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Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 13:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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