Giulia Maja, l'ultimo racconto al nonno: «Papà è venuto a letto e mi ha chiesto scusa»

La 16enne Giulia Maja lo aveva raccontato al nonno materno Giulio

Sabato 7 Maggio 2022
Alessandro Maja
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Giulia Maja, la figlia del geometra Alessandro che l'ha uccisa insieme alla madre, prima di morire aveva raccontato al nonno che il padre si era scusato con lei. «È successo qualcosa di strano stanotte, papà è venuto sul mio letto e mi ha chiesto scusa», ha riferito il nonno materno Giulio a La vita in diretta. Una racconto che Giulia avrebbe fatto la sera prima della strage. 

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Giulia Maja, l'ultimo racconto

Di Alessandro Maja, che ora si trova in carcere a Monza, il padre di Stefania Pivetta dice che «era una persona squisita, specialmente con Giulia, che era sempre abbracciata al suo papà».

Ma «in questi ultimi tempi era cambiato radicalmente, parlava poco, insistevamo a dire 'cosa non va?' e lui non ci ha mai detto di cosa si trattava». Come messo due volte a verbale, in principio con un resoconto approssimativo e nella seconda fase fornendo più dettagli, Giulio Pivetta aveva raccolto dalla nipote Giulia una confidenza che confermerebbe la premeditazione della strage. Lunedì sera, il giorno prima del massacro nella villetta a due piani di Samarate, in provincia di Varese, Alessandro Maja aveva avvicinato la figlia, le aveva chiesto scusa senza altro aggiungere, e se n’era andato. L’indomani, Giulia, 16 anni, uccisa dallo stesso Maja insieme alla mamma 56enne Stefania (il fratello Nicolò, 23 anni, è ricoverato in gravi condizioni), ne aveva appunto parlato col signor Giulio, il nonno, domandandogli un parere sui motivi del gesto. Nessuno dei due era riuscito a dare una risposta plausibile, né purtroppo a presagire scenari d’orrore.

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Il fratello della moglie: «Non era più lo stesso, si isolava, non parlava con nessuno».

Stefania, per la famiglia, non aveva intenzione di separarsi: «Sarei stato il primo con cui si sarebbe confidato, ma - ha detto Mirko, il fratello - non l'ha fatto». Stefania, anzi, aveva chiesto aiuto al padre per capire perché il marito fosse così depresso: «sabato mattina sono andato da loro, non avevo mai alzato la voce, invece mi sono sfogato per capire cosa stava succedendo, ho urlato ad Alessandro di farsi uomo perché aveva due figli e una moglie e lui era immobile, senza dire una parola». Quando Nicolò - il 23enne figlio di Maja unico sopravvissuto alla strage di Samarate - uscirà dall'ospedale, «deve venire a vivere con noi, ci sistemeremo e - ha concluso il nonno - la vita prosegue».

 

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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