Il falso ginecologo e le visite in videochat. Molestate 250 donne

L’uomo ottiene dati sensibili delle vittime e le contatta al telefono. Inchiesta a Lecce

Venerdì 5 Novembre 2021 di Giuseppe Scarpa
Le visite in videochat del falso ginecologo. Molestate 250 donne

La chiamata arriva da un numero sconosciuto. «Sono un ginecologo», dice alle donne che rispondono. Poi l’interlocutore dimostra di essere a conoscenza di tutta una serie di informazioni intime. Riservate. Dati sensibili insomma. Alla fine la proposta: una visita in videochiamata. Noemi, 24 anni, studentessa pugliese, il primo novembre è stata molestata al telefono in questo modo. Via social ha raccontato la vicenda, poi ha lanciato l’appello: se è successo anche a voi denunciate. Su Instagram e Facebook con l’hashtag #nonseisola, il messaggio lanciato da Noemi, ha fatto emergere numerose storie simili: i casi segnalati alla 24enne in queste ore sarebbero 250 in tutta Italia, soprattutto in Puglia.

Per questo la procura di Lecce ha aperto un’inchiesta.

 

LA TESTIMONIANZA

«Si è presentato con il nome di Francesco Licante o Lirante e mi ha contattato per un’infiammazione ginecologica, che non sapevo di avere – ha raccontato la giovane su Instagram – Diceva di essere del Counseling center dell’ospedale di “Tricase” in provincia di Lecce». Nonostante il tempismo curioso – il 1 novembre era infatti una giornata di Festa – il fantomatico dottore «sapeva il fatto suo in quel campo». Inoltre era in possesso di numerosi dati privati, come la data di nascita, l’indirizzo e i particolari della situazione clinica della giovane. Così Noemi ha deciso di fidarsi, anche dopo che lui le ha proposto un consulto in videochiamata. «Mi ha chiesto se avessi Zoom, ma poi abbiamo usato Hangout – ha spiegato – Lui non ha mai acceso la telecamera». Alla richiesta di spogliarsi in video, la giovane si è insospettita: «Mi sono rifiutata, ma gli ho inviato una foto che solo pochi giorni prima avevo condiviso con il mio medico, al quale mi ero rivolta per un problema ginecologico».

LA RICERCA

Una ricerca sul web e alcune chiamate all’ospedale di Tricase hanno svelato la falsa identità dell’uomo. L’email e i contatti forniti non erano istituzionali. Quando la 24enne lo ha ricontattato il truffatore si è negato. Alla fine è scomparso. «Sono stata così ingenua da dargli l’occasione di divertirsi con il mio corpo, ma questo tizio potrebbe ingannare qualcuno che è più ingenuo di me: una minorenne, vostra sorella, vostra madre, qualsiasi altra donna». 

Dopo la denuncia ai carabinieri, sui social Noemi è stata contattata da numerose altre vittime. Ognuna le raccontava dinamiche simili. Storie del tutto sovrapponibili. Alcune delle ragazze sarebbero riuscite a riprendere il molestatore, ma molte non si sono ancora rivolte alle forze dell’ordine. «Perché pensavano fosse uno scherzo, perché hanno paura, perché proprio chi hanno accanto le ha accusate di stupidità», ha scritto la 24enne in un post.

Adesso a volerci vedere chiaro sono inquirenti e investigatori. È in corso un’inchiesta anche sulla diffusione dei dati personali delle donne: l’uomo potrebbe aver hackerato i database di numerosi ospedali e laboratori di analisi. Dalle indagini della Polizia Postale e della Procura stanno emergendo dettagli inquietanti: l’uomo starebbe agendo da agosto e avrebbe adescato anche delle minorenni. Adesso occorre dargli un nome e un cognome vero. 
 

Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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