Gamba amputata per un errore medico, la Asl lo risarcisce con 850 mila euro

Venerdì 8 Ottobre 2021 di Teodora Poeta
Gamba amputata per un errore medico, la Asl lo risarcisce con 850 mila euro

Si è ritrovato a 48 anni sulla sedia a rotelle con una gamba amputata per un errore medico.

La Asl, adesso, lo ha risarcito con 850mila euro ottenuti con una transazione. Prima di iniziare il suo calvario l’uomo, un teramano che oggi ha 52 anni, faceva il muratore. Dal 2017 la sua vita non è più la stessa. Nulla è più come prima, a cominciare dal suo corpo al quale i medici dell’ospedale Mazzini di Teramo hanno amputato un arto, la gamba destra, senza prima tentare di salvarla.

Nella relazione del medico legale di parte si parla di 349 giorni di degenza tra i vari reparti oltre ad altri 52 giorni di ricovero necessari per "addestrare il paziente all’uso della protesi". Tutto ha inizio a gennaio di quattro anni fa. Dopo essere passato per il pronto soccorso del Mazzini, l’allora 48enne viene ricoverato in Rianimazione. E’ un paziente obeso e ha uno scompenso cardiaco acuto. A febbraio viene trasferito ad Atri dove gli scoprono un batterio intestinale. Il mese successivo torna al Mazzini, nel reparto di Pneumologia, per un intervento.

Nei mesi successivi continuano gli spostamenti di reparto, ma il quadro clinico non migliora mai. Si parla della necessità di sostituire la valvola aortica, intervento che viene fatto, e poi della Klebsiella, un altro batterio scoperto nel corpo del povero paziente. Non solo. Ad aprile e a giugno di quello stesso anno seguono altre due operazioni fino a quando a luglio compare in cartella clinica la flebopatia agli arti inferiori con dolore alla gamba destra. E’ quello il momento che segna un altro passaggio di quella lunga e dolorosa degenza, perché è da quel momento che i medici avrebbero dovuto concentrarsi sulla gamba del 48enne e forse salvarla.

Ma cosa è successo? Pochi giorni dopo il paziente viene sottoposto ad un’ecografia dei tessuti molli "che segnalava la presenza di un ematoma rifornito con flusso vorticoso". Per l’ortopedico è presente da circa sei giorni e va svuotato con un intervento, previa sospensione della terapia anticoagulante e sostituzione con eparina a basso peso molecolare. Durante l’intervento, purtroppo, il chirurgo ortopedico lesiona l’arteria poplitea e il chirurgo vascolare intervenuto riscontra la lacerazione completa del tronco tibio-peroniero e l’impossibilità di ricomporre la continuità arteriosa. Dopo pochi giorni avviene l’amputazione in urgenza per un’emorragia della gamba "senza alcun tentativo di controllo dell’emorragia o di salvaguardia dell’arto", scrive il medico legale di parte.

Già a luglio, secondo lo specialista, i medici del Mazzini avrebbero dovuto sospendere immediata la terapia anticoagulante orale e approfondire con una angioTac o un esame angiografico urgente. Nella richiesta di risarcimento alla Asl l’uomo si è rivolto all’agenzia Adriatica Risarcimenti di Roseto e all’avvocato Matteo Mion, il quale, oggi, dice: "C’è stato un atteggiamento rispettoso da parte della Asl e dell’assicurazione nei confronti del danneggiato che hanno limitato i tempi di un eventuale contenzioso. Nella difficoltà in cui si trova, anche il 52enne è soddisfatto del risarcimento e della tempistica. Oggi i cittadini hanno più consapevolezza dei propri diritti e una maggiore tendenza a rivolgersi ai professionisti del settore, poi però sta alla serietà e alla capacità nostra saper individuare i casi meritevoli di risarcimento". 

Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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