Il colpo d'occhio della Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma gremita dà il senso dell'ultimo saluto ad Andrea Purgatori.
«Questa basilica riesce a contenere a fatica l'affetto e la stima per Andrea - recita Don Walter Insero nell'omelia - Giornalista d'inchiesta, scrittore, ma anche attore sceneggiatore, conduttore, un talento straordinario quello di Andrea».
Il rettore della basilica ricorda Purgatori in modo affettuoso e familiare: «Nato nel 1953, inizia con gli studi di legge ma non li completa, scopre l'amore per la cronaca e il giornalismo, inizia scrivendo necrologi poi vince una borsa di studio alla Columbia University e per lui si aprono nuovi orizzonti, conosce un modo nuovo di fare giornalismo d'inchiesta con la sua curiosità, la voglia di raccontare storie, di conoscere, con la vocazione giornalistica di farne racconto. Ha amato la vita, gli piaceva mangiare bene, ballare, giocare, viveva in pieno la vita. E' stato forte fino alla fine, ha preso la malattia di petto, con coraggio e dignità fino alla fine. E' stato un papà protettivo, apprensivo, affettuoso, amava i nipotini con cui imparava a fare il nonno. Era credente non praticante da famiglia cattolica. Ha sposato tante cause. Come l'ambiente. E' stato presidente di Greenpeace. Si è preso cura dei giornalisti più giovani sempre alla ricerca della verità. Oggi ha trovato la verità. In Cristo».