Fratelli Bianchi, difesa di Gabriele Bianchi punta a una nuova perizia su cause morte Willy

La mossa per chiarire i dubbi emersi in aula sul calcio che ha causato il decesso del ragazzo di Paliano

Lunedì 17 Ottobre 2022 di Pierfederico Pernarella
Fratelli Bianchi, difesa di Gabriele Bianchi punta a una nuova perizia su cause morte Willy

Processo di Appello sull’omicidio di Willy, la difesa punta a nuova perizia medico-legale sulle cause della morte. I legali di Gabriele Bianchi, gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, hanno chiesto e ottenuto dalla Corte d’Assise di Frosinone l’autorizzazione a svolgere nuovi esami sui reperti istologici prelevati e conservati nei vetrini durante l’autopsia sulla salma del ragazzo di Paliano ucciso in un pestaggio a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020.

Per l’omicidio nel luglio scorso il tribunale di Frosinone ha condannato i fratelli Marco e Gabriele Bianchi all’ergastolo, mentre agli altri due imputati - Francesco Belleggia e Mario Pincarelli - è stata inflitta una pena rispettivamente di 23 e 21 anni di reclusione. Dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, le difese si sono messe al lavoro per preparare il ricorso in Appello.

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LE CAUSE DELLA MORTE

Uno dei punti chiave, ovviamente, è quello che riguarda le cause della morte ed in particolare la parte del corpo in cui Willy ha ricevuto i colpi letali. Un aspetto fondamentale perché da questo dipende la responsabilità di ciascun imputato. Secondo la Corte, sulla base degli accertamenti medico-legali, Willy è morto per un improvviso arresto cardiaco provocato da un calcio sferrato all’altezza del torace. A tirare il colpo, stando alle testimonianze convergenti delle persone che hanno assistito al pestaggio, sarebbe stato Gabriele Bianchi, praticante insieme al fratello della MMA, arte da combattimento a metà tra il karate e la boxe. 

Ma perché questo dettaglio è importante? La riposta si trova nel passaggio delle motivazioni della sentenza dedicato al colpo che ha causato l’arresto cardiaco, in gergo medico “commotio cordis”. Leggiamo: «In dibattimento si è diffusamente discusso sul colpo che ha cagionato la commotio cordis, ovvero la lesione al cuore e ai polmoni che ha determinato il decesso di Willy. Ciò in quanto il professore Saverio Potenza (consulente medico legale della Procura, ndr), che pure nella relazione scritta aveva espressamente ricondotto tali lesioni ad un colpo al torace, nella deposizione dibattimentale ha invece descritto un colpo alla schiena. È però convincimento della Corte che tale indicazione sia frutto di un evidente errore del consulente del pm. E questo non solo per quanto egli stesso aveva scritto nella relazione depositata, quanto soprattutto per altri convergenti elementi».

Come prova del colpo letale al torace, e non alla schiena, i giudici della Corte di Assise di Frosinone riportano le conclusioni del consulente medico legale della parte civile, ma anche di quello dell’imputato Pincarelli e in parte del consulente dei fratelli Bianchi anche se poi, secondo quest’ultimo, le lesioni fatali sarebbero state causate da uno schiacciamento a terra, invece escluso dalla Corte. 

La contraddizione tra quanto scritto dal medico legale del pm Saverio Potenza nella relazione (colpo letale al torace) e quanto dichiarato in aula dallo stesso (colpo letale alla schiena), può bastare a chiedere una nuova perizia in Appello? Solo se tali incongruenze vengono confermate dagli esami sui vetrini chiesti e ottenuti dalla difesa di Gabriele Bianchi. 

IL COLPO LETALE

Per la difesa del maggiore dei fratelli Bianchi questi aspetti sono fondamentali perché su di essi poggiano le basi per l’accusa di omicidio volontario. Tesi che i difensori in Appello tenteranno di sconfessare a favore dell’ipotesi di omicidio preterintenzionale. Secondo i giudici di primo grado, invece, gli imputati (tre dei quali praticanti di arti marziali: i fratelli Bianchi e Belleggia) erano consapevoli di poter uccidere. E su Gabriele Bianchi scrivono: «Sapeva di sferrare contro il povero Willy un colpo che, in quanto vietato dalle regole delle arti marziali, era potenzialmente mortale».

Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 15:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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