Cassino, le sue foto hot finiscono sui social, racconto choc al giudice: poi il malore

Un 47enne cassinate è finito a processo per sostituzione di persona, accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico e diffamazione aggravata

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Vincenzo Caramadre
Cassino, le sue foto hot finiscono sui social, racconto choc al giudice: poi il malore

Un'amore o presunto tale che finisce e lui che decide di "vendicarsi" pubblicando in rete gli scatti nudi dell'ex compagna. Con quest'accusa un 47enne cassinate è finito a processo per sostituzione di persona, accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico e diffamazione aggravata. La prima udienza c'è stata ieri dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Cassino. Dinanzi al giudice Tillo, assistita dall'avvocato Ivano Nardozi, è comparsa proprio la parte lese, la donna che quasi cinque anni fa fece partire le indagini. Un testimonianza choc soprattutto per il forte impatto emotivo mostrato dalla donna. Due ore di deposizione: «Quando gli amici mi hanno chiamato e mandato gli screenshot delle mie foro è stato il giorno più brutto delle mia vita». Un racconto rotto, più volte, dal pianto. La donna è stata messa a totale agio dal giudice. «Io - ha detto - cancellavo le foto dal profilo e lui le ripubblicava nel giro di pochi secondi, stavo impazzendo». Sono stati giorni difficili per la donna, forte è stato lo stress psicologico e fisico: «Mi sono sentita sporca e tradita dalla persona alla quale ho dato la massima fiducia». Al termine dell'udienza, all'esterno del tribunale è svenuta su una delle panchine rosse di piazza Labriola, simbolo di lotta alla violenza di genere a soccorrerla le assistenti dell'avvocato Nardozi e due agenti delle pg in servizio in procura.
LA RICOSTRUZIONE
I fatti risalgono tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017, quando tra i due finisce la storia d'amore. Una fine che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, non sarebbe stata indolore per l'uomo. La donna, infatti, un giorno di febbraio 2017 inizia a ricevere chiamate e messaggi da amici e conoscenti: tutti, con un certo imbarazzo, la informavano di aver visto sul suo profilo Instagram foto che lasciavano poco spazio all'immaginazione. Stesse immagini erano state postate, ma subito rimosse dai gestori, sul suo diario facebook.
Dopo l'imbarazzo iniziale, la donna non ha esitato nel presentare denuncia alla polizia postale per individuare, con certezza, l'autore dei post tramite i suo account. Una violazione informatica che le aveva causato anche gravi ripercussioni emotive. Ma gli agenti della polizia postale, in servizio alla questura di Frosinone, nel giro di pochi giorni individuarono il presunto autore. Per competenza il caso (come avviene per tutti i reati telematici), era passato alla Procura di Roma che ha coordinato i successivi accertamenti documentali e testimoniali fino al processo disposto con citazione diretta a giudizio. L'uomo, più grande di lei, è finito a processo, ma non gli è stato contestato il "revenge porn", perché il reato si sarebbe consumato prima dell'entrata in vigore della nuova normativa. La prossima udienza il 17 maggio.
 

Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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