Setta satanica a Firenze. «Sono il diavolo», così il capo di 23 anni costringeva minorenni a stupri di gruppo

Mercoledì 3 Giugno 2020
Setta satanica a Firenze. «Sono il diavolo», così il capo di 23 anni costringeva minorenni a stupri di gruppo
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Diceva di essere nientemeno che 'il Diavolo' e così incutendo timore e soggezione costringeva i suoi 'schiavì, tra cui anche minorenni, a avere rapporti sessuali con lui dicendo loro che tali pratiche sarebbero servite a superare «un blocco» e a ottenere poteri soprannaturali necessari a salvare il mondo. Alla fine è arrestato il guru di una setta che si riuniva nei boschi consumando dolorosi riti iniziatici. È un universitario 23enne, Matteo Valdambrini, residente in provincia di Prato. Stamani i poliziotti della squadra mobile di Firenze hanno bussato alla casa dove vive con la famiglia per notificargli una misura di custodia cautelare ai domiciliari, disposta dal gip su richiesta del pm Angela Pietroiusti. Sullo studente, iscritto dal 2016 all'Università di Firenze, gravano accuse pesanti: riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile. Nel giro di un anno avrebbe creato una vera setta usata per infliggere abusi sessuali ad almeno 13 giovani, tra cui per ora sono stati individuati due minori, 17enni. 

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A febbraio era stato perquisito dopo la denuncia presentata dalla madre di due ragazzi e dall'Osservatorio nazionale abusi psicologici. L'accusa iniziale ricostruiva abusi a quattro persone. Ma altre vittime hanno trovato il coraggio di farsi avanti e in poco tempo il loro numero è più che triplicato aggravando la posizione di Matteo Valdambrini. Per gli investigatori della mobile e dello Sco, avrebbe persuaso gli adepti di averli scelti per salvare il mondo. Per convincerli della sua sedicente superiorità e porli in uno stato di soggezione psicologica al fine di abusarne, avrebbe anche elaborato un rituale di resurrezione, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo. I suoi seguaci erano spesso giovani in condizioni di notevole fragilità psicologica, con problemi di isolamento, solitudine, talvolta depressione.

Li aveva individuati con ricerca mirata, tramite passaparola in ambienti a lui contigui. 'Agganciati' e attirati in trappola, gli adepti erano costretti a sottostare ai riti con inganni e minacce di morte, verso loro stessi e verso i loro familiari.

In un caso, avrebbe convinto una ragazza ad avere un rapporto con lui dicendole che in caso contrario la sua sorellina di 7 anni e i suoi genitori avrebbero perso la vita. I riti prevedevano anche di sottoporsi a violenze fisiche, dalle dita negli occhi, inalazione del fumo di cristalli bruciati, detti 'sangue di dragò, e morsi sulle braccia detti 'del vampirò: tutto sarebbe servito a recuperare i poteri delle entità nelle quali si erano incarnati in passato, come vampiri e lupi mannari, come in un film dell'orrore. Ma è stata realtà. In alcuni casi le violenze avrebbero provocato nelle vittime la temporanea perdita dei sensi. Il 'diavolò era anche capace di trasformarsi, attraverso una pratica che chiamava shifting, in altre creature, impostando il timbro della voce. I seguaci erano anche costretti a inviargli foto di nudo. Le immagini, diceva Valdambrini, non venivano visualizzate da lui ma da 'Hydrà, un'entità cibernetica presente nel suo telefono che però si attivava solo in presenza di una rete wi-fi. Quelli ci credevano e venivano poi abusati.
 

Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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