Torremaggiore, la follia del padre killer: «Come sta Gessica?». Voleva uccidere anche il figlioletto

Torremaggiore: il panettiere albanese voleva uccidere la moglie (non in pericolo di vita) ma ha ucciso la figlia e il vicino. Poi ha chiesto: "Come sta Gessica?"

Lunedì 8 Maggio 2023
Uccisa dal padre per difendere la mamma, il papà Taulant Malaj confessa. I colleghi: «Era tutto famiglia e lavoro»

Ore sette e mezza di domenica mattina. Il panettiere albanese Taulant Malaj, 45 anni, che a Torremaggiore ha appena massacrato con 21 coltellate il vicino di casa Massimo De Santis, con una decina di fendenti la figlia sedicenne Gessica e con altri sei ha ferito la moglie Tefta, salva solo perché la ragazzina le ha fatto da scudo per difenderla, si siede davanti al pm ma fa scena muta.

Alle cinque e mezza del pomeriggio un secondo tentativo e questa volta racconta tutto. A cominciare da quello che, a suo dire, gli ribolliva dentro tanto da accecarlo: «Non ho visto più niente, avevo il diavolo nel cervello».

LA CHAT

Così Malaj, da tutti definito padre affettuoso e lavoratore esemplare, ha afferrato un coltello in cucina e ha fatto una strage. «Mia moglie aveva già ammesso di avere una relazione con Massimo. Mi aveva chiesto scusa, ma io volevo separarmi. Sabato notte eravamo a letto, lei chattava con qualcuno. Mi sono accorto che scambiava messaggi con Massimo. Non ci ho visto più. Sono sceso nell’androne del palazzo e ho aspettato che Massimo rincasasse dopo aver chiuso il bar. Quando l’ho visto nell’ingresso mi sono avvicinato e l’ho ucciso», mette a verbale. Poi torna nel suo appartamento e completa l’opera: accoltella la moglie, ammazza la figlia che tenta di proteggerla, solo il bimbo di cinque anni non viene colpito. Terrorizzato, si nasconde dietro il divano ed è lì che lo trovano gli zii, i primi a entrare nell’appartamento. È a loro che adesso è stato affidato. L’avvocato Michele Maiellaro, che con il collega Giacomo Lattanzio difende Malaj, conosce il panettiere da anni: «Si rivolgeva a me per questioni amministrative. Veniva in studio con la moglie e Gessica, mi è sempre sembrato un uomo mite, lavorava di notte al forno, per me è inspiegabile ciò che ha fatto». La prima cosa che ha chiesto al suo legale: «Come sta Gessica? Sta bene?». E ha rivolto la stessa domanda, con insistenza, anche al magistrato che lo ha interrogato.

 

IL VIDEO

I difensori raccontano di «un forte legame tra il reo confesso e i figli», ma secondo gli investigatori è probabile che l’uomo volesse uccidere anche il bambino. È ciò che emerge dal terribile video che l’uomo ha girato mentre si trovava ancora accanto ai cadaveri, premurandosi poi di girarlo via WhatsApp ad alcuni amici. Un delirio di invettive e rivendicazioni, ma anche la firma del duplice delitto e forse la volontà di non lasciare nessuno vivo. «Vedete, l’ho massacrato io stesso. Basta, adesso riposerai tutto il giorno. Li ho uccisi tutti e tre», sproloquia in albanese. «Ho perdonato già una volta mia moglie, lui è il secondo. Mia moglie lo vedeva mentre lavoravo. Ho tagliato lui, li ho ammazzati tutti i tre, anche mia figlia, vedete qui», prosegue. Inquadra Tefta, ferita che si lamenta e si trascina accanto al corpo di Gessica, la insulta e poi grida: «Dov’è il bambino? Non ho finito ancora, non è venuto nessuno, nemmeno la polizia». Malaj era in Italia da vent’anni, ha sposato Tefta nel 2006 e i due figli sono nati in Italia. Lui lavorava di notte. «Arrivava tutte le sere alle undici e andava via alle sette del mattino. Era precisissimo. Non si stancava mai», afferma il titolare del panificio “Latartara” di Torremaggiore che lo aveva assunto a dicembre. «Anche quando finiva il turno andava avanti fino a quando non aveva terminato tutto». Tra lui e Tefta, riferiscono i vicini, non ci sono mai state liti particolarmente animate, l’infelicità però covava da tempo. E alla fine è andato tutto in pezzi.

LA SEPARAZIONE

Stando al verbale del fornaio, nei giorni precedenti al duplice omicidio marito e moglie si sono affrontati, il tema era sempre quello del presunto tradimento di Tefta. Spiega Taulant al pm: «L’ho scoperta più volte al terzo piano del palazzo, dove abitava De Santis». Domenica litigano di nuovo e Malaj chiude la discussione annunciando di volersi separare. Ma la moglie, aggiunge, lo convince a restare a casa. Vanno a letto e lei, sempre secondo la deposizione del panettiere, «comincia a chattare con qualcuno, mi insospettisco, guardo il telefono e scopro che è Massimo». È a questo punto che Malaj comincia a «vedere tutto nero», dopo un po’ esce di casa e aspetta che De Santis rientri dal bar. Attorno alle due l’uomo infila la chiave nel portone, il panettiere gli balza addosso e lo accoltella a morte. Poi Taulant sale a casa, si avventa sulla moglie e massacra la figlia. Tefta, è l’ultimo bollettino medico, è in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita e presto sarà ascoltata dal pm, il marito è nel carcere di Foggia accusato di duplice omicidio e del ferimento della moglie. «L’udienza di convalida del fermo non è stata ancora fissata. Dobbiamo valutare tutto, anche la richiesta di perizia psichiatrica», anticipano i suoi legali.

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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