Estorsione a Lapo Elkann, spunta un'altra storia di foto e video da Parigi

Domenica 7 Dicembre 2014
Estorsione a Lapo Elkann, spunta un'altra storia di foto e video da Parigi

Ci sarebbe anche un altro «episodio da chiarire ed eventualmente verificare» nell'ambito dell' inchiesta della Procura di Milano che ha portato in carcere un giovane cameriere, Enrico Bellavista, accusato di estorsione e tentata estorsione per un presunto ricatto ai danni di Lapo Elkann con al centro un video «compromettente». In alcune intercettazioni, infatti, il paparazzo Fabrizio Bicio Pensa, indagato come presunto «intermediario», farebbe riferimento anche ad un cosiddetto 'ritirò di foto «di Parigi» e di scattì riguardanti una «Ferrari gialla», in cui sarebbe stato coinvolto in passato il rampollo della famiglia Agnelli.

Fatti, secondo il gip di Milano Stefania Pepe che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pm Giancarla Serafini, «da chiarire ed eventualmente verificare» perchè pare si riferiscano ad un «episodio analogo» a quello al centro dell'inchiesta.

In una telefonata intercettata del 10 novembre scorso, infatti, allo stretto collaboratore di Elkann, Carlo Shawn Nelson, che gli faceva presente che Lapo era «nel panico per questa situazione», ossia per la vicenda del video, Pensa, già coinvolto nel caso Vallettopoli, avrebbe detto per rassicurarlo che «non succederà niente - riassume il gip - e che lui (Lapo Elkann) deve ascoltarlo e che le sue parole sono sante, che questo è il suo compito, "come gli ha già fatto sparire le foto della Ferrari gialla"».

In un'altra telefonata Pensa, spiegando a Enrico Bellavista che avrebbero dovuto chiedere 350mila euro per non diffondere il video, diceva: «guarda questo è il prezzo che hanno preso per le foto di Parigi e questi i soldi che voglio io ... chiuso il discorso». Un presunto tentativo di estorsione ai danni di Lapo Elkann con al centro foto scattate a Parigi era già emerso nel 2010 in un'inchiesta milanese sul cosiddetto "mercato del gossip".

In un'altra intercettazione del 13 novembre scorso Pensa, descrivendo a Bellavista la «strategia» giusta, a suo dire, per ottenere soldi da Elkann e spiegandogli «che è meglio attendere», gli «ricorda - scrive il gip - della vicenda di quando sono andati da tale 'Toninò (persona da identificare in ordine a vicenda da chiarire)». Tonino, secondo Pensa, avrebbe detto loro «del pagamento e che la trattativa è andata avanti due mesi». In questo passaggio, secondo il gip, il paparazzo si riferirebbe appunto ad un «episodio analogo» a quello al centro dell'indagine. Anche Bellavista, nel suo interrogatorio davanti al gip, ha parlato di «tale signor Tonino» titolare della «Agenzia Uno Express», nella cui sede Bicio avrebbe portato il cameriere e suo fratello per parlare della «esistenza del video che gli facemmo visionare».

Tonino, poi, secondo il verbale di Bellavista, avrebbe contattato «telefonicamente Signorini il direttore di Chi al quale riferì l'esistenza del video». Sempre secondo la versione del cameriere arrestato, «il direttore dell'Agenzia Uno Express nell'incontro di cui ho detto sopra, ci disse che qualche tempo prima Elkann aveva pagato la somma di 350mila euro affinchè fossero ritirate alcune foto meno compromettenti del mio video che lo ritraevano e che per detto pagamento era stata emessa anche una fattura».

Ultimo aggiornamento: 17:00

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