Escort accoltellata da un 70enne:
voleva impedirle di prostituirsi

Domenica 27 Aprile 2014 di Elena Ceravolo
Escort accoltellata da un 70enne: voleva impedirle di prostituirsi
Le ha sferrato cinque coltellate in un raptus di gelosia perch non voleva smettere di fare la prostituta, un'attivit iniziata da qualche mese a 56 anni per guadagnarsi da vivere: dopo la morte del padre era rimasta con una pensione di invalidità di poco più di 200 euro. Una storia d'amore morboso finita in cieca violenza per un settantaquattrenne vedovo di Guidonia che ieri ha cercato di uccidere la donna che voleva tutta per sé.



LA RELAZIONE

Lei, dopo un anno di relazione, aveva deciso di tornare a quel lavoro pur di sottrarsi alle ossessioni di lui. Pare non fosse più l'uomo che aveva conosciuto proprio facendo la vita: «Tu sei sola, io sono vedovo. Possiamo vivere insieme». E invece la convivenza era diventata impossibile. A febbraio scorso lo aveva lasciato, ma lui non si dava pace. Tanto che la donna lo aveva denunciato due volte per stalking. Le dava il tormento, si presentava sempre vicino a quel distributore di benzina su via di Casal Bianco dove lei aspettava i suoi clienti. Ogni giorno, come ieri mattina: è riuscito pure a convincerla a salire sulla sua utilitaria per andare a parlare in un luogo isolato, sotto un cavalcavia di via Tor Mastorta, di fronte alla discarica dell'Inviolata. E lì le è saltato addosso e ha tirato fuori il primo coltello. «Ora ti ammazzo», urlava. Poi le ferite al collo, alle braccia e alle mani con cui la donna ha cercato di difendersi riuscendo ad afferrare quella lama e a scaraventarla tra i rovi.



LA FUGA

Ha corso d'un fiato per 150 metri almeno, ma poi le si è rotto un tacco, è caduta, ed è finita di nuovo sotto le grinfie del suo aguzzino, che già si era armato di un secondo coltello. Ancora colpi all'addome e al torace. Credeva di averla uccisa quando è andato via. A salvarla un passante, che l'ha trovata in una pozza di sangue e ha chiamato subito i soccorsi. Sul posto sono arrivate in pochi minuti due volanti. Poi la corsa all'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove si è messo subito in moto il «Codice rosa»: l'assistenza di medici e esperte del centro antiviolenza «Le lune» coordinata con le indagini dei poliziotti specializzati del commissariato. Grazie ad un'indagine lampo, gli investigatori diretti da Maria Chiaramonte sono andati dritti a casa del settantaquattrenne. Ha confessato, ma ha sfoderato anche una sua versione dei fatti: «L'ho aggredita perché lei mi ha colpito con un mattone», ha detto mostrando una ferita alla testa. Una versione che non ha convinto i poliziotti, sulla base dei rilievi fatti tra l'auto e il luogo dell'aggressione. La vittima non è in pericolo di vita. Trenta i giorni di prognosi: cinque ferite da taglio al collo, al torace, alle dita e all'addome più cinque costole rotte. Per il pensionato, ex operaio dell'Ama, il magistrato di turno Giuseppe Mimmo ha disposto gli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell'arresto. Troppo anziano per il carcere. Lo sapeva già anche lui che comunque sarebbe tornato a casa, mentre confessava e raccontava la sua versione dei fatti agli investigatori: «Certo, mica mi potete portare in galera. Ho 74 anni, al massimo finisco ai servizi sociali».
Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 11:31

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