Accesso riservato solo a clienti cinesi, prostitute della stessa nazionalità controllate a vista da "protettori" che girano in Jaguar e fiumi di shaboo. Sono questi gli ingredienti della discoteca "City Dreams" di via dei Ruderi di Torrenova (alla periferia est della città, oltre il raccordo), gestita da Jie Zhang.
All'interno della cosiddetta discoteca di Torre Angela, infatti, «vi era - spiega il gip - una sistematica attività di cessione di sostanze stupefacenti, nella fattispecie ketamina, shaboo e Mdma, ad opera del personale "di servizio" del locale controllato dal sodalizio». «L'attività di spaccio - si legge nell'ordinanza che ha portato ieri a 35 arresti - risulta, quindi, strettamente connessa a quella che è l'attività primaria della discoteca/sala privé, ovvero l'intrattenimento dei clienti», da parte di ragazze cinesi assoldate per offrire «pacchetti all inclusive»: consumazione alcolica, prestazione sessuale e dose di shaboo.
LE CHAT
L'organizzazione aveva preso in affitto anche più appartamenti per far alloggiare le giovani che per loro si prostituivano. «Esiste un vero e proprio sistema di controllo delle donne, che vengono prelevate dall'abitazione "sicura", per essere accompagnate sul luogo di lavoro, individuato nella discoteca», spiega il giudice. Era stata addirittura creata una chat di gruppo sull'app cinese WeChat denominata "Fratelli e sorelle" sulla quale le ragazze - identificate con un numero seriale - rispondevano alle chiamate dei clienti. L'indagata Sai Zhang le sollecitava così sulla chat: «Sorelline, tra un po' c'è la sala privé, il numero di persone non è ancora confermato, più tardi lo comunico». Il fornitore all'ingrosso di droghe sintetiche, detto "Greco", «ben a conoscenza dell'attività secondaria, chiedeva a Lulù a quanto ammontasse l'introito giornaliero»: «Quanto guadagni una sera facendo Zuo Tai (verosimilmente lavorare come prostituta nel night, ndr)?». La donna, senza giri di parole, ammette: «Un turno 300, due turni 600».
Nella chat "fatine di Roma", invece, le giovani prostitute si scrivono a vicenda e si accordano anche per il "dopo lavoro", facendo emergere ancora una volta che a riportarle a casa, è un membro dell'organizzazione, che le ammoniva così: «Quando staccate dal lavoro, tornate tutte a casa, coloro che non lavorano non devono andare nelle altre sale privé». E ancora: «Da oggi in poi quando lavorate nella stessa stanza della sala privé, che staccate allo stesso orario, vi chiamate a vicenda, così potete risparmiare anche i soldi dei taxi stranieri». Perché per i cinesi a Roma, gli stranieri sono gli italiani.
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