Danilo Valeri e il sequestro lampo: ipotesi favoreggiamento. Il 20enne rapito non ha collaborato con gli investigatori

Continua la caccia ai 7 del commando la pista dei pusher di Tor Bella Monaca

Martedì 27 Dicembre 2022 di Valentina Errante e Flaminia Savelli
Danilo Valeri e il sequestro lampo: ipotesi favoreggiamento. Il 20enne rapito non ha collaborato con gli investigatori
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Sarà risentito ancora Danilo Valeri, il giovane che nella notte tra giovedì e venerdì è stato sequestrato in un locale di Ponte Milvio.

Le modalità anomale del rapimento che, per gli investigatori sarebbe stata una ritorsione nei confronti del padre del ragazzo, pluripregiudicato e coinvolto nelle piazze di spaccio, e la misteriosa liberazione non hanno trovato risposte durante il lungo interrogatorio di venerdì. Sentito per oltre sette ore in questura dal pm Antimafia Mario Palazzi, Valeri si è mostrato reticente. E così il nome della vittima del sequestro potrebbe finire sul registro degli indagati con l’ipotesi di favoreggiamento. 

Intanto le indagini per ricostruire la dinamica, trovare il covo e individuare i responsabili vanno avanti. Ma resta anche il mistero del movente. Quali fossero gli interessi in questione all’interno di una faida criminale che abbiano potuto portare al sequestro. E quale posta, evidentemente ottenuta, abbia spinto gli uomini del commando o i mandanti a liberare il ragazzo.

Quando Danilo si è presentato in Questura, accompagnato dalla mamma e dal fratello, è stato sentito a lungo. Ma alle domande, poste dagli inquirenti, ci sono state risposte vaghe ed elusive. Per questo non è escluso che la procura, che indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione (sebbene apparentemente non sia arrivata alcuna richiesta di riscatto) possa iscrivere il suo nome sul registro degli indagati. Il ragazzo sarà di nuovo convocato e se continuerà a non fornire elementi utili potrebbe essere indagato. Una circostanza che, però, gli darebbe in futuro, la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Intanto gli investigatori che stanno passando al setaccio la vita di Maurizio Valeri. Il padre del ragazzo era stato fermato per droga dai carabinieri lo scorso gennaio ed è stato gambizzato a maggio. E sebbene gli interessi dell’uomo si concentrassero soprattutto a San Basilio adesso le indagini si spingerebbero fino a Tor Bella Monaca.

LE PIAZZE DI SPACCIO

L’ipotesi è che in quella che rappresenta una delle principali piazze di spaccio della Capitale possano nascondersi i sette uomini che venerdì notte hanno aspettato il giovane Valeri all’uscita del “Moku” di via di Tor di Quinto. Mentre proseguono anche le indagini sulle due macchine utilizzate la notte del sequestro. Le targhe - della Fiat Punto e dalla Peugeot - sono state infatti registrate dalle telecamere di videosorveglianza del parcheggio del locale. Da quanto riferito dai testimoni, il commando, che ha fatto scattare la trappola a Ponte Milvio, sarebbe composto da uomini di origini sudamericane e africane. Identikit ricostruito sulla base di quanto riferito dai clienti e dal personale in servizio venerdì notte. Nello specifico, sono state le guardie giurate del Moku a riportare di «un ragazzo molto alto, dalla carnagione scura e con i rasta». Cioè l’uomo che era entrato all’interno per accertare la presenza di Valeri prima della trappola nel parcheggio. Intanto Valeri ha ripreso la sua vita normale. Venerdì, dopo il sequestro e la serata in Questura, ha pubblicato una storia sul suo profilo social. Alcuni secondi in cui appare nel salone di casa. Ieri, invece, era alla guida di un’auto in piena notte e ad alta velocità sul Gra. 

 

Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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