Dado rinviato a giudizio per diffamazione: aveva raccontato di essere stato picchiato dall'ex fidanzato della figlia

Martedì 18 Gennaio 2022
Il comico Dado rinviato a giudizio per diffamazione: aveva raccontato di essere stato picchiato dall'ex fidanzato della figlia

Andrà a processo a Roma il comico Dado, rinviato a giudizio oggi in udienza preliminare per diffamazione nei confronti dell'ex fidanzato della figlia. Per Dado, nome d'arte di Gabriele Pellegrini, difeso dall'avvocato Eugenio Pini.

Il comico nell'aprile 2019 aveva denunciato di essere stato aggredito dal ragazzino, intervenendo a  Domenica Live  e in un 'intervista a un quotidianomentre i genitori del giovane avevano annunciato una querela nei confronti di Pellegrini.

La vicenda ora verrà affrontata a processo e la prima udienza è fissata per aprile 2023.

Il comico, come raccontato da Leggo, aveva detto di essere stato picchiato brutalmente dall’ex fidanzato della figlia, ma le indagini non hanno permesso di accertare quelle accuse. Anzi, le accuse nei confronti di Federico Molteni, l'ex fidanzato della figlia, sono state archiviate. Inevitabile - quindi - l'accusa nei confronti di Dado di diffamazione a mezzo statmpa.

LA REPLICA DI DADO

Interpellato da Adnkronos, Dado non ci sta. «È una cosa molto grottesca: la loro tesi è che io mi sia rotto il naso da solo. Si tratta di una brutta situazione che per me è davvero molto fastidiosa, e se qualcuno avesse fatto delle indagini vere, le cose sarebbero andate diversamente».

A dirlo all'Adnkronos è il comico Dado, raggiunto telefonicamente subito dopo la notizia del rinvio a giudizio per diffamazione nei confronti dell'ex fidanzato della figlia, Federico Molteni.

«Mi accusano -si sfoga Dado- perché ho raccontato quello che è successo. In udienza, non potrò fare altro che ri-raccontare quello che ho già raccontato. In sostanza, dovrò andare in tribunale a dire che non mi sono rotto il naso da solo. Questo mi fa molto ridere».

«Al processo chiamerò come testimoni tutti i giornalisti che hanno preso le mie testimonianze», spiega il comico romano, che aggiunge: «Ho tutti i files che descrivono la situazione, e se il processo non renderà giustizia alla brava persona che sono, renderò tutto pubblico».

«Una cosa che non conoscevo della legge italiana -incalza poi ancora Dado argomentando sul concetto di diffamazione - è che tu non devi dire le cose anche se sono la verità, puoi dirle solo dopo che l'ha detto il giudice. Non puoi parlare, devi stare in censura, e siccome io non credo che la censura sia una delle strade migliori, altrimenti non avrei scelto questo lavoro, ho raccontato come sono andate».

Il comico conclude dando la sua versione dei fatti: «Bisognava prendere questo ragazzo e tirargli le orecchie. Lui ha altre due cause per lo stesso reato, e gli avvocati lo fanno passare per vittima invece che come aggressore. Chiedesse scusa per le cose che ha fatto e finisce lì. A me, però, è servito per fargli capire che se rompe il naso a qualcuno non può passarla liscia».

Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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