Coronavirus, stretta in tutta Italia: quarantena obbligatoria a musei, luoghi d'arte chiusi

Mercoledì 26 Febbraio 2020
Coronavirus, stretta in tutta Italia: quarantena obbligatoria a musei, luoghi d'arte chiusi

I contagi da coronavirus si spostano dal Nord al resto d'Italia, e aumentano anche in Europa. Sale a undici il conto delle vittime, tre in Lombardia e uno in Veneto. Persone anziane, molto spesso con patologie pregresse. Cresce anche il numero dei contagiati: 330 i positivi, cento in più del giorno precedente. E - proveniente dalle aree-focolaio del Settentrione - il contagio arriva al Sud, in Sicilia, a Palermo, e in altre 3 regioni, Liguria, Toscana e Marche. L'incremento dei 28 casi nuovi registrati in Lombardia portano il totale nella regione a 240. Altri 45 casi in Veneto, 26 in Emilia Romagna, due in Toscana, tre in Piemonte, tre in Sicilia, uno in Alto Adige, due in Liguria. Nel Lodigiano è stata trovata positiva una bimba di 4 anni, che per fortuna sta bene e per ora resta a casa.

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Nonostante il blackout di ogni iniziativa, culturale, sportiva e lavorativa nelle zone considerate a rischio, Walter Ricciardi, componente dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e nuovo consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, invita a «ridimensionare questo grande allarme, perché il 95% dei malati guarisce, tutti i morti avevano già condizioni gravi di salute», dice. E una spiegazione scientifica la fornisce anche Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo il quale «in Italia c'è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili - chiarisce -, lo vediamo con l'influenza. Solo che da quest'ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c'è la mortalità. L'unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo». Insomma, il diktat è riportare l'emergenza nelle dimensioni più reali. Anche se, di fronte all'espandersi a livello mondiale del virus, il capo missione dell'Oms in Cina, Bruce Aylward, considera che «il mondo non è pronto per fronteggiare la diffusione dell'epidemia». Ma c'è una buona notizia: «In Cina il picco è superato».

HOTEL BLOCCATI
Nel frattempo, con l'aumentare dei casi aumentano le quarantene: a Palermo tre persone provenienti dalla zona del bergamasco sono risultate positive, un intero albergo è stato bloccato e sottoposto a controllo. Altrettanto è avvenuto a Innsbruck, dopo che è stata accertata la positività al tampone della receptionist e di suo marito. In Germania, invece, è risultato affetto da coronavirus un tedesco di ritorno da Milano. Un positivo a Madrid rientrato dalla Lombardia e 3 tifosi del Valencia rientrati dopo aver partecipato alla trasferta di San Siro sono sotto esame perché presentano i sintomi. Un italiano è ricoverato in Algeria, dove si è registrato il primo caso, e un altro anche in Svizzera.

Se non bastasse la situazione di emergenza si aggiungono i contrasti politici. Ieri il premier Conte ha varato un'ordinanza per uniformare i comportamenti delle Regioni che non fanno parte delle zone rosse (Lombardia e Veneto), anche se questo non ha fermato il governatore delle Marche che ha continuato per la sua strada disponendo la chiusura delle scuole. Una seconda ordinanza, invece, questa volta firmata dal commissario straordinario Angelo Borrelli, è stata emessa per far fronte alla carenza di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuali: l'acquisto di questo materiale sarà centralizzato e verrà effettuato senza la necessità di fare la gara di appalto.

L'INCHIESTA
E sulle morti da coronavirus è entrata anche la magistratura di Padova e ha aperto un fascicolo sul decesso di Adriano Trevisan. La procura vuole accertare se siano state rispettate le linee guida sul trattamento della malattia. Inoltre, secondo Rezza, dell'Iss, prima che fosse individuato il caso indice, vale a dire il 38enne di Cologno, il coronavirus era già in circolazione nel lodigiano da «una/due settimane. Quasi tutto - precisa - è riconducibile all'epicentro dell'epidemia, che si trova nel lodigiano. Poi ci sono un paio di focolai più piccoli in Veneto. Ma gli altri sono casi che vengono dall'epicentro dell'epidemia». Ieri, poi, sono arrivati i militari nelle zone rosse, per presidiare i check point del Lodigiano, visto che sono state registrate diverse violazioni alle regole imposte.
 
 

Ultimo aggiornamento: 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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