Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 si verificò lo «scenario peggiore» nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, in cui morirono cinque adolescenti e una madre 39enne, schiacciati nella calca dopo spruzzi di spray urticante nel locale in cui si attendeva il dj-set di Sfera Ebbasta. A parlare in aula ad Ancona il rapper Fedez, nome d'arte di Federico Leonardo Lucia, chiamato a riferire sulle condizioni di sicurezza del locale in cui si esibì anche lui in dj-set in due occasioni nel 2015 e 2016.
Fedez per primo, poi Sfera: le testimonianze
«Abbiamo un locale con una capacità di 500 persone, - ha ragionato -, un artista venduto in dj-set a 20-30mila euro, biglietto a 20 euro: chi gestisce la data è consapevole che il proprietario del locale per organizzarla dovrà strariempire il locale». Fedez ha raccontato di compensi fino a «60-70-80 mila euro» in locali anche più piccoli ma con prezzi e clientela tali che riuscivano a pareggiare i conti senza «riempiere a tappo» la sala; ha ripercorso gli inizi, quando aveva 18 anni, ospitate e dj-set prima di palazzetti e stadi. Al termine, si è reso disponibile per una foto con i congiunti di una vittima. «Posso chiamarla Fedez? Anche Federico va bene», uno scambio tra il rapper e i legali. «Una persona molto umana e disponibile», ha commentato Paolo Curi, marito di Eleonora Girolomini, 39 anni, una delle vittime di quella serata insieme ai giovani, tra i 14 e 16 anni, Asia Nasoni, Emma Fabini, Mattia Orlandi, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti.
«Ci dicevano: lo show è sold-out»
Sul banco dei testimoni anche Gionata Boschetti «Sfera Ebbasta»: quel giorno era il suo compleanno, dopo un'esibizione all'Altromondo Studios di Rimini, era arrivato con lo staff a un chilometro dalla Lanterna; il manager raggiunse a piedi il locale e venne informato della tragedia. «Mi era capitato altre volte lo spray al peperoncino agli show - ha detto Sfera - ma senza gravi conseguenze. Una volta dovemmo sgomberare la sala e poi lo show è ripreso dopo mezz'ora»; «sentivamo bruciori agli occhi e difficoltà a respirare mentre la gente si agitava»; «poi gli addetti aprirono le uscite, le persone uscirono e rientrarono senza nessun ferito». La sicurezza? «Lavorando con un'agenzia tra le più famose in Italia, immagino i contratti fossero con locali a norma». «Ci dicevano: lo show è sold-out, poi non so quante presenze». Ai due cantanti, il padre di Mattia, Giuseppe Orlandi ha lanciato un appello affinché organizzino una serata insieme e il ricavato venga devoluto in parte per acquistare due ambulanze, una per la provincia di Ancona e una per Pesaro. Prossime udienze fissate per 31 marzo, 21 e 28 aprile.
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