L'interrogatorio di Claudio Campiti, gip: «Nessun segno di pentimento. Strage pianificata negli anni»

Il suo avvocato gli aveva consigliato di tacere, ma davanti al Gip ha iniziato a inveire contro il condominio

Mercoledì 14 Dicembre 2022
Campiti, il killer di Fidene non risponde al gip: è accusato di omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione

Il suo avvocato gli aveva consigliato di tacere, ma davanti al Gip ha iniziato a inveire contro il condominio, pur rimanendo in silenzio sui punti chiave della vicenda. È quanto emerge al termine dell'interrogatorio di convalida di Claudio Campiti, l'uomo autore della strage di domenica a FideneNei suoi confronti il pm Giovanni Musarò contesta, l'accusa di omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione e il tentato omicidio di altre due donne. Morti che non sono bastate a placare la rabbia di Campiti: il 57enne anche davanti al giudice inquirente ha più volte tirato fuori il suo astio contro il consorzio Valleverde di Ascrea

Gip: «Da Campiti nessun segno di pentimento»

«L'indagato in sede di interrogatorio non ha dato segno di resipiscenza alcuna ed il livore ed il risentimento che sono emersi, fanno ritenere che se rimesso in libertà non desisterebbe da ulteriori condotte violente e sanguinarie». È quanto scrive il gip di Roma, Emanuela Attura, nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per Claudio Campiti, il 57enne che domenica ha ucciso quattro donne e ferito due persone a Fidene.

Il killer Claudio Campiti davanti al gip

L'atto istruttorio davanti al gip, durato circa un'ora, si è svolto nel carcere romano di Regina Coeli dove il cinquantasettenne è detenuto.

A Campiti la Procura, nell'inchiesta del pm Giovanni Musarò coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di omicidio volontario di quattro donne con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi e tentato omicidio di altri due sopravvissuti oltre al porto abusivo di armi. 

La lunga pianificazione

«Deve ritenersi che il gravissimo episodio dell'11 dicembre ha rappresentato il deliberato di una lunga pianificazione che aveva come presupposto un radicamento costante e persistente, per un apprezzabile lasso di tempo, del proposito omicida nella psiche del Campiti». È un passaggio dell'ordinanza con cui il gip di Roma, Emanuela Atturi, con cui ha disposto il carcere per Claudio Campiti.

L'interrogatorio 

L'interrogatorio di garanzia è un atto delicato per le indagini e Campiti si è chiuso nel silenzio, non rispondendo a molte domande del giudice. Non ha risposto alle domande sulla dinamica dei fatti né sull'organizzazione degli omicidi. Ma quando il giudice ha chiesto il perché del suo gesto non ha resistito e ha tirato fuori la sua rabbia verso il condominio, cominciando a inveire contro il condomino.

L'accusa e quel «vi ammazzo tutti» 

Il silenzio di Campiti però non smonta il castello accusatorio ormai formato dalle indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Roma. Troppe le testimonianze dei sopravvisuti alla strage avvenuta al bar «Il Posto giusto» in via Monte Giberto a Fidene che incastrano l'uomo.

Difficile dimostrare la mancata premeditazione. L'uomo, che domenica mattina alle 8:55, era andato per armarsi a un poligono a Tor Di Quinto poco prima di aprire il fuoco ha urlato «vi ammazzo tutti». Aveva munizioni a sufficienza per portare a termine il progetto: la pistola Glock calibro 45, un secondo caricatore da 13 colpi e altre 155 cartucce.  A bloccarlo, non una esitazione, ma un uomo che gli si è avventato addosso rimediando un colpo di pistola in faccia.  

Sotto sequestro il poligono di tiro  

Resta chiuso e sotto sequestro il poligono di tiro a Tor di Quinto da dove Campiti, domenica mattina alla 8:55, è andato per armarsi della pistola Glock calibro 45, di un secondo caricatore da 13 colpi e altre 155 cartucce. Ancora nessun indagato, secondo quanto comunia la procura. Ma certo è probabile che si dovrà far luce su come sia stato possibile per un associato, poter uscire dal perimetro del poligono armato in quella maniera e senza che nessuno se ne fosse accorto.

Ieri, intanto, dall'ospedale Sant'Andrea è arrivata la notizia della quarta vittima: dopo 48 ore di agonia Fabiana De Angelis si va ad aggiungere a quello di Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano ed Elisabetta Silenzi. De Angelis Era stata operata, ma l'unico proiettile che l'ha attinta, le ha provocato uno «choc emorragico traumatico in ferita d'arma da fuoco al collo con lesione della carotide sinistra e la frattura della vertebra C7». I suoi organi, per volontà della famiglia, sono stati avviati a donazione.  

Ultimo aggiornamento: 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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